Sono nate molte polemiche in ambiente ecumenico in seguito alla pubblicazione del libro del cardinale Walter Kasper in cui definisce Lutero un uomo dalla profonda spiritualità cristiana. Nel libro in questione, intitolato ‘Martin Lutero – Una prospettiva ecumenica‘, il cardinale sostiene che il padre della riforma protestante sia stato in effetti frainteso e giudica la sua azione riformatrice come frutto delle buone intenzioni tese a contrastare gli errori ed i peccati della gerarchia ecclesiastica del suo tempo. Secondo la visione del cardinale, quindi, Martin Lutero non sarebbe stato un eretico ma un riformatore esattamente come San Francesco d’Assisi, un “Padre della chiesa comune alle due confessioni, quella cattolica e quella evangelica”.
L’intenzione di Lutero sarebbe stata quella di profetizzare un cambiamento necessario in seno alla chiesa, ma per interesse e mancanza di lungimiranza della Chiesa del tempo questa è stata travisata, osteggiata e Lutero costretto ad effettuare uno scisma e una riforma. Non solo, il cardinale ritiene Lutero come un uomo molto fedele al Vangelo ed alla parola di Cristo, tanto da cercare di svegliare le coscienze dei suoi contemporanei sul vero significato della fede, un intento che verrebbe testimoniato dalla domanda che viene posta al centro della Riforma Luterana, ovvero: “Come riscoprire un Dio clemente e misericordioso aldilà delle false aspettative di salvezza offerte dalla Chiesa con la vendita delle indulgenze?”.
Parlando delle dichiarazioni contenute nel testo del cardinale Kasper, padre Lanzetta spiega che sebbene San Francesco d’Assisi sia stato un riformatore della Chiesa Cattolica, questo non lo ha mai portato a discostarsi da quelli che erano gli insegnamenti contenuti nel Vangelo. Ma aggiunge inoltre che Martin Lutero considerava il papa come l’Anticristo, pensiero che non ha mai sfiorato il santo di Assisi, e che, sopratutto, il padre della riforma andava alla ricerca di un Dio per sé e non (come San Francesco) di un sé per Dio. Quest’ultima sarebbe la differenza più grande tra i due ciò che distingue il riformatore dallo divisore.
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