La mistica Maria Valtorta vide l’Assunzione di Maria al cielo. Raccontò dettagliatamente come, in una sua visione, le fu chiaro quel mistero che, oggi, consideriamo un dogma.
Ricordiamo che Maria Valtorta, per tutta la sua vita, fu testimone di una serie innumerevole di visioni. Le mostravano “fatti privati” della vita di Gesù e Maria, in assonanza con ciò che dicono i Vangeli e con il periodo storico e l’area geografica in cui accaddero.
“Il corpo di Maria è quale era appena spirata. Nessun segno di morte è sul suo volto, sulle piccole mani. Nessun odore sgradevole è nella stanza. Anzi aleggia in essa un profumo indefinibile che sa d’incenso, di gigli, di rose, di mughetti, e di erbe montane, insieme mescolati”.
Accanto lei, c’era Giovanni, che vegliava, come Gesù stesso gli aveva chiesto di fare in punto di morte.
“Ad un tratto una gran luce empie la stanza, una luce argentea, sfumata d’azzurro, quasi fosforica, e sempre più cresce, annullando quella dell’alba e quella della lucerna. Una luce uguale a quella che inondò la grotta di Betlemme al momento della Natività divina.
Poi, in questa luce paradisiaca si palesano delle creature angeliche, luce ancor più splendida nella luce già tanto potente apparsa per prima. Come già avvenne quando gli angeli apparvero ai pastori, una danza di scintille d’ogni colore si sprigiona dalle loro ali dolcemente mosse dalle quali viene come un mormorio armonico, arpeggiato, dolcissimo”.
E sono, allora, gli Angeli a disporsi intorno al corpo esanime di Maria, per prendersi cura della donna senza macchia, di colei che ha permesso a Dio di incarnarsi in un uomo, di nascere in mezzo a noi e di rivelarci la storia della salvezza tutta intera.
“Le creature angeliche si dispongono a corona intorno al lettuccio, si curvano su di esso, sollevano il corpo immobile e, con un più forte agitar d’ali, che aumenta il suono già esistente prima, per un varco apertosi prodigiosamente nel tetto, come prodigiosamente s’aprì il Sepolcro di Gesù, se ne vanno, portando seco loro il corpo della loro Regina, Santissimo, è vero, ma non ancora glorificato e perciò ancora soggetto alle leggi della materia, soggezione a cui non era più soggetto il Cristo, perché già glorificato quando risorse da morte”.
Solo Giovanni ne è testimone, intuisce il prodigio che sta accadendo sotto i suoi occhi, mentre contempla “il corpo di Maria, ancor privo di vita, ed in tutto uguale a quello di persona dormente, che sale sempre più in alto, sostenuto dallo stuolo angelico.
Come per un ultimo saluto, un lembo del manto e del velo si agitano, forse per azione del vento suscitato dalla rapida assunzione e dal moto delle ali angeliche, e dei fiori, quelli che Giovanni aveva disposti e rinnovati intorno al corpo di Maria, e certo rimasti tra le pieghe delle vesti, piovono sulla terrazza e sulla terra del Getsemani, mentre l’osanna potente dello stuolo angelico si fa sempre più lontano e quindi più lieve”.
Antonella Sanicanti
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