Coronavirus: tutti i giorni cantano inni a Maria dal tetto della Chiesa

Nei tempi quotidiani segnati dalla necessità di isolarsi per via del Coronavirus, si vedono uno dietro l’altro sacerdoti che annunciano la gioia del Vangelo nelle maniere più creative.

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I sacerdoti che intonano canti a Maria dal tetto della Chiesa – Fonte: Avvenire.it

Come è ad esempio il caso della parrocchia di Santa Giulia Billiart a Roma, dove ogni giorno a mezzogiorno si odono le campane suonare a festa, e i religiosi intonare un meraviglioso canto a Maria. Direttamente dal tetto della chiesa, dove i sacerdoti vi salgono per raggiungere con il loro canto le abitazioni circostanti della zona di Tor Pignattara.

I due sacerdoti che intonano canti a Maria

Un quartiere multietnico, dove almeno un terzo di abitanti sono musulmani. La “voce di Maria“, però, raccoglie tutto il quartiere alla preghiera, come scrive il quotidiano dei vescovi Avvenire. A quel punto ciascuno dalla propria abitazione si affaccia alla finestra per unirsi sotto il manto misericordioso e pieno d’amore della Vergine. Oppure si siede nel terrazzino per godersi al meglio lo “spettacolo”, ovvero per pregare in compagnia, tutti sotto lo stesso cielo romano.

La supplica di don Manrico, don Eugenio e don Luca è alla Madonna di Pompei. Indossando la stola viola i tre sacerdoti recitano la preghiera a un microfono che, grazie agli altoparlanti della chiesa, raggiunge tutti i vicini fino a infiltrarsi dentro le cucine e le camere da letto. Un’orazione che viene seguita da un commento, una breve riflessione che aiuta così gli abitanti del quartiere a meditare le parole del Vangelo, e a trasportare nella propria vita quotidiana la presenza del Signore.

Un cartello appeso su un balcone con il motto “Tutto andrà bene” (sourceweb)

Un incontro fatto di amore

In questo modo ne nasce un incontro creativo ma anche e soprattutto fatto d’amore, quell’amore che da Maria ci conduce fino al figlio Gesù, e tutti insieme ci lega in un unico abbraccio del Padre. E che diventa anche l’occasione per conoscersi, e scambiare momenti di vera fraternità, condita da sguardi e sorrisi in un momento di grande dolore e smarrimento dovuto dal virus.

«Nei momenti di difficoltà Roma si è sempre rivolta alla Madonna e ha invocato la sua protezione. E oggi attraversiamo un frangente in cui la sofferenza, lo smarrimento, la solitudine scandiscono la vita di tante famiglie», spiega ad Avvenire don Manrico.

La domanda dei sacerdoti: flash mob e non preghiere?

“Perché, accanto a momenti di distensione da condividere insieme, non proporre anche un appuntamento religioso collettivo?”, si sono infatti domandati i religiosi vedendo uno dietro l’altro i vari flash mob dal balcone dei primi giorni. In un momento come questo, in cui c’è bisogno di conforto, sicuramente serve molto più intonare una preghiera a Maria che mettere in atto balli e canti fini a sé stessi.

“Con la nostra piccola iniziativa vogliamo restare accanto alla comunità e non farla sentire sola. Al tempo stesso, consentiamo alla nostra gente di esprimere la propria fede in modo semplice ma intenso. Del resto il Signore conosce perfettamente le preoccupazioni e le speranze che portiamo nel cuore”, hanno spiegato i sacerdoti.

Esultate nel Signore

Un esempio felice e che ci rende tutti partecipi di uno dei tanti piccoli miracoli quotidiani che i sacerdoti rendono possibili grazie alla loro fede e alla loro pervicacia, che il Signore dona loro assieme al Suo amore infinito.

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Maria ci conduce a Gesù

“Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode. Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo, suonate la cetra con arte e acclamate. Poiché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera” (Salmi 32, 1-4).

Giovanni Bernardi

Fonte: avvenire.it

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