Manuel il bimbo che parla con Gesù

In un ospedale di Palermo, un giovane sacerdote, aveva deciso, con il permesso dell’ Arcivescovo, di prestare, a pochi mesi dalla sua ordinazione, un servizio volontario per i malati più piccoli.

E fu li che, in un giorno di Settembre del 2008, aveva incontrato Manuel.

Era nel reparto onco-ematologia, quando il bambino gli si avvicinò per presentarsi, per chiedergli se fosse un prete, per ribadire che avrebbe voluto fare la Comunione.

Aveva solo 7 anni Manuel, ma il sacerdote avvertì subito che in lui accadeva qualcosa di particolare e di santo.

Manuel detestava andare a dormire la sera; appena sentiva l’avvicinarsi dell’ora, trovava mille scuse per rimanere alzato. Così, insieme alla mamma, aveva escogitato un metodo per calmarsi e decidere serenamente di riposarsi. Ogni sera, recitava il Santo Rosario e poi si addormentava sereno, ma non prima di aver parlato con quel giovane sacerdote e aver ricevuto la benedizione.

La preghiera, e le tante benedizioni che chiedeva durante il giorno, erano per il piccolo l’unico modo per darsi forza, per rimanere tranquillo ed affrontare i dolori provocati dalla sua terribile malattia.

Manuel cominciò a desiderare anche di confessarsi più spesso; mostrava un senso del peccato non comune alla sua età ed una devozione particolare per Gesù Eucarestia.

Manuel spesso piangeva, mentre si confidava con il Sacerdote, e gli parlava del suo amico Gesù. Quando prendeva la Santa Comunione, si nascondeva sotto le coperte del suo letto di ospedale, si copriva anche il volto e rimaneva in silenzio per 10-20 minuti.

In quel momento dialogava realmente con Gesù, ciò che sentiva, li, sotto le coperte, Manuel lo raccontava solo alla madre. Ma un giorno decise che anche il giovane sacerdote dovesse sapere e diventare addirittura il suo Padre spirituale.

Il Sacerdote seppe allora quali fossero i messaggi di Cristo affidati al bambino, frasi che spesso non riusciva a comprendere da solo: Perché Gesù mi dice sempre questa frase: “Il tuo cuore non è tuo, ma è mio e io vivo in te?”. Non capisco cosa vuole dirmi.”.

Manuel sapeva però una cosa, che Gesù gli aveva chiesto la sofferenza, perché insieme potessero salvare il mondo. Gesù lo aveva definito “guerriero della luce” e, come tale, Manuel cercava di contrastare l’avanzare del cancro.

Giorno dopo giorno il sacerdote si rendeva conto di aver incontrato un bambino molto speciale, che, nonostante non andasse a scuola o al catechismo come gli altri, mostrava una sapienza del divino davvero straordinaria.

 

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