Mamma, quanto sei importante per il tuo bambino?
Molte donne non hanno mai partorito, per due motivi essenzialmente: non hanno trovato la persona con cui procreare; hanno un problema fisico legato agli organi riproduttivi.
Chi ha dato alla luce un bambino, invece, ha potuto seguire, per ben nove mesi, nel suo grembo, la formazione di una nuova vita, che, mano a mano, acquistava cellule, organi, mobilità … peso.
Ci sono, poi, quelle donne incinte che -forse proprio in questo momento, forse anche sole o minorenni- stanno pensando di rinunciare al loro feto, in nome della libertà di condurre una vita per se stesse o per delle difficoltà che, oggi, paiono insormontabili.
Il bambino che hai nel grembo, dapprima, appura le sensazioni di caldo e di freddo, immerso nel liquido amniotico, poi, intorno alla ventesima settimana, sente i suoni dall’esterno.
Ben presto, svilupperà quella memoria sensoriale che, dopo la nascita, gli permetterà di riconoscere i suoni già sentiti.
Dunque, lui ti ascolta e comincia ad acquisire la lingua madre (è proprio il caso di dirlo), anche se per riprodurla dovrà attendere ancora un bel po’.
Alcuni studi affermano che, proprio grazie alla sua capacità di ascolto pre-natale, il neonato piange con un accento, che racconta della sua provenienza.
Quando sarà nato ed avrà mostrato preferenza per la tua voce materna, sarà perché l’avrà già sentita dal tuo grembo.
La voce di ogni mamma, infatti, stimola, in ogni figlio, delle specifiche aree del cervello, influenzando le sue emozioni, le sensazioni e la percezione del sé.
Dunque -ti chiediamo- quanto sei importante per il tuo bambino, già da subito?
Antonella Sanicanti
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