Malika, la Mercedes e il cane da migliaia di euro: una storia poco chiara

La ragazza di Castelfiorentino emarginata dalla famiglia perché lesbica torna a far parlare di sé. E ammette: “Ho mentito”.

Volevo togliermi uno sfizio”. E si è comprata una Mercedes. E poi un cane, “bene di prima necessità”.

Favola a lieto fine?

Ha il sapore di una beffa l’epilogo (momentaneo) di una storia cominciata in tragedia e conclusa in farsa. Ammesso e non concesso che di Malika Chalhy non sentiremo più parlare, la sua storia farà riflettere ancora molto a lungo.

Poco meno di tre mesi fa, aveva fatto il giro d’Italia la vicenda della 22enne di padre marocchino e madre toscana, residente a Castelfiorentino. Intimata di non tornare a casa, perché lesbica, la giovane era fuggita con la sua campagna alla volta di Milano.

Immediatamente erano partiti i cori di solidarietà delle comunità lgbt, con tanto di raccolte fondi di Arcigay e associazioni similari. Un crowfunding andato oltre ogni più rosea previsione per Malika, al punto da poterle permettere quasi una vita da star.

Una Mercedes per “sfizio”

Ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto”, ha ammesso la ragazza, intervistata da Selvaggia Lucarelli per The Post Internazionale. Qui Malika è crollata e ha ammesso la sua bugia: la Mercedes che guidava non era della sua campagna ma l’aveva comprata lei stessa, per 17mila euro, con i soldi della campagna di solidarietà.

Si è quindi presa un appartamento in affitto a Milano, coprendo i primi dodici mesi, caparra compresa. Poi abiti griffati, dentista, avvocato. Infine, un bulldog francese, acquistato a maggio presso un allevamento a Fiorenzuola. Il titolare della struttura ha riferito che Malika avrebbe acquistato il più costoso dei cani disponibili: 2470 euro, versati in due bonifici a distanza di una settimana.

Malika si è scusata per aver mentito sull’origine dell’automobile. “Ero sotto pressione”, ha detto. Per lei erano stata avviate due raccolte fondi, una delle quali era arrivata a ben 140mila euro. Al punto che la stessa Malika aveva annunciato l’intenzione di devolverne una buona parte in beneficienza ma ancora non si è avuta notizia di alcuna onlus che abbia ricevuto i suoi soldi.

Quasi un caso politico…

È notizia di oggi, che l’agente di Malika si è licenziato. L’uomo da lei incaricato per organizzarle le apparizioni sui media, si è rifiutato di continuare a supportare Malika prima ancora che divenisse di dominio pubblico la verità sull’acquisto della Mercedes.

L’agente aveva inizialmente creduto alla volontà di Malika di fare beneficienza, poi, viste le spese folli si era insospettito e ricreduto. Nel frattempo, l’onorevole Laura Boldrini ha seccamente smentito la voce circolata riguardante la costituzione di un’associazione per le vittime di discriminazione, sostenuta dai fondi raccolti per Malika.

Intervistata poi dal Corriere della Sera, la giovane si è così giustificata: “La gogna me la prendo tutta, ma chi mi ci mette non è migliore di me. A 22 anni nessuno ha fatto uno sbaglio? Ho fatto una scelta affrettata. Magari dovevo trovarmi prima un lavoro”.

I soldi risolvono tutto?

Non è il caso di scandalizzarsi delle scelte ambivalenti e dei sotterfugi di una ragazza dal passato piuttosto traumatico. Ciò che invece dovrebbe far riflettere è la leggerezza con cui vengono trattati determinati casi di cronaca, la faciloneria con cui una parte dell’opinione pubblica si infervora per le cause contro la discriminazione o presunta tale.

C’è poi l’idea diffusa e superficiale di poter risolvere ogni problema solo ed esclusivamente attraverso i soldi. Gli stessi che, con entusiasmo si erano prodigati nell’aiutare economicamente Malika, sono quelli che, poco dopo, sono ‘caduti dal pero’, scoprendo che la loro eroina ha usato i loro soldi per fare la bella vita.

La conclusione è amara e scontata e suscita una domanda: ora che è ricca e, per certi versi, famosa, Malika Chalhy riuscirà ad essere anche felice? E soprattutto: fuggita alla realtà oppressiva della sua famiglia, avrà trovato la sua libertà o, piuttosto, si è rinchiusa in una nuova prigione (forse) dorata?

Luca Marcolivio

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