Un ragazzo italiano di origine egiziane nato a Milano e cattolico.
Archiviate le inutili polemiche dopo l’inattesa vittoria di Sanremo. Mahmood si presenta al mondo con le sue qualità: umiltà, serenità e spensieratezza.
Appena 10 giorni fa Alessandro Mahmood, in arte Mahmood, ha scoperto di aver vinto il Festival di Sanremo. Una vittoria inaspettata per tutti gli spettatori della kermesse, ma anche per lui che sul palco dell’Ariston ha palesato con un’espressione inconfondibile la sua sorpresa. Sono seguite polemiche sterili, legate a razzismo e preconcetto, il nome e l’aspetto tipico del nord Africa hanno infatti indotto molti a pensare che il ragazzo non fosse italiano (non che ci fosse qualcosa di mal in tal caso).
Da qui una serie di polemiche retoriche sull’integrazione, l’immigrazione, la musica italiana prima di tutte (qualcuno si è dedicato sicuramente al flame). Bastava poco per scoprire – ed è così tutte le volte che una polemica parte da informazioni false – che in realtà il ragazzo è nato a Milano e che, sebbene il padre sia di origine egiziana, lui è stato cresciuto dalla madre italiana, ha vissuto sempre in italia e conosce pochissimo l’arabo. Ma c’è di più, Mahmood incarna proprio l’italiano tipo voluto dai puristi, visto che è anche cattolico. Grazie agli insegnamenti della madre ha frequentato il catechismo fino a prendere la Cresima e da ragazzino cantava pure nel coro dell’oratorio.
Persino adesso che è sulla bocca di tutti, che il suo pezzo ‘Soldi‘ è in cima alle classifiche degli ascolti e che il suo album ‘Gioventù Bruciata‘ sta scalando quelle di vendita, Mahmood rimane un ragazzo profondamente umile e legato alle sue origini. Il successo odierno è frutto di lavoro quotidiano, di impegno costante e di speranza mai abbandonata. I ragazzi del suo quartiere (Gratosoglio) lo vedono come un simbolo di riscatto, lui ringrazia ma non si monta la testa: “Sono e resto la persona semplice e normale di prima – dice a ‘Repubblica’ – Ma ho capito che qui sono diventato l’eroe per chi vede in me il simbolo del possibile riscatto sociale: anche abitando in un posto come questo si può avere successo, non si è condannati a una vita triste”.
L’umiltà e la semplicità di questo 26enne milanese si percepiscono anche quando spiega che deve tutto questo ad una sola persona che per lui c’è sempre stata e che ci sarà sempre: “Devo tutto a mamma. All’inizio, mi accompagnava lei dal maestro di musica, partendo da Buccinasco, dove lavorava, e portandomi a Baggio. Ogni giorno, un viaggio. Mi ha fatto da madre e da padre”.
Il Video della canzone
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Luca Scapatello
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