Quanto siamo simili a Gesù, secondo il pensiero di Madre Speranza

“Se veramente amiamo Cristo”. Il nome di Madre Speranza di Gesù (1893-1983, Spagna) è indissolubilmente legato al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza (Umbria) che ha fondato.

Madre Speranza e Papa Giovanni Paolo II
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María Josefa Alhama Valera (questo il suo nome di Battesimo), già all’età di 12 anni, aveva avuto la visione di Santa Teresa del Bambino Gesù, che le diceva di venerare l’Amore Misericordioso e di diffonderne il culto. Divenuta Suora, nel Natale del 1930, fondò le Ancelle dell’Amore Misericordioso e tutti la chiamarono, da li in poi, Madre Speranza di Gesù.

Madre Speranza di Gesù arrivò a Roma nel Maggio del 1936 e, da quel momento fino al 1941, la sua Congregazione venne ostacolata, da prelati ed ex seguaci. Intervenne, così, il Sant’Uffizio che le chiedeva conto del suo modo di operare. La cosa si risolse, dopo tanto patire e tante calunnie, solo nel 1952. Intanto, il 15 Agosto del 1951, aveva fondato la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso. Arrivò a Collevalenza 3 anni dopo e fu ispirata da questa frase: Dio non è “un giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di Misericordia che non tiene in conto le debolezze dei suoi figli, le dimentica e le perdona”.

Ed ebbe direttamente da Gesù il messaggio di effettuare degli scavi per trovare dell’acqua benedetta. Si trovò una sorgente che oggi costituisce le vasche che fanno di Collevalenza una piccola Lourdes, in cui avvengono molti miracoli.

Dagli scritti di Madre speranza

“Per sapere se veramente amiamo Cristo, dobbiamo soltanto volgere lo sguardo ai fratelli e vedere se concretamente arde per loro nel nostro cuore la carità; così come è questa fiamma tale è il nostro vero amore. La carità deve essere il nostro distintivo e deve portarci ad amare i poveri come noi stessi.
Quanta consolazione ci può venire dal pensiero che in tutti i momenti della nostra vita possiamo servire il Signore nei nostri fratelli!”. 

Siamo in grado di vedere Cristo nel fratello che incontriamo, in coloro che ci sono familiari, come in coloro che, pur se lontani, sappiamo in gravi difficoltà? Il mondo ha bisogno di Cristo, come di noi e della nostra carità!

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Antonella Sanicanti

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