Nel 1487 la Madonna Incoronata di Lodi cominciò a piangere poco distante da una bisca in cui regnava indisturbato grande perversione, malaffare e immoralità.
Nell’allora contrada Lomellini, infatti, vi era una taverna in cui regnavano attività illecite di ogni genere, giorno e notte. Questa era frequentata da giocatori d’azzardo e da prostitute.
Lì le risse erano all’ordine del giorno. Nella parete esterna dell’edificio, tuttavia, c’era un affresco in cui veniva raffigurata la Madonna col Bambino. Maria, nella rappresentazione, ha una corona sul capo.
All’improvviso però accadde che gli occhi della Vergine iniziarono a piangere. Era 7 ottobre 1487 e dall’immagine sacra cominciarono a sgorgare lacrime. Il fatto miracoloso fece sì che tutta la cittadinanza in poco tempo si recò di fronte all’immagine della Madonna che soffriva per i suoi figli.
Ben presto cominciarono anche diverse guarigioni miracolose. I prodigi avvennero in diverse cittadine della zona, tra cui Lendinara, Bresso, Dovera, Sabbioni di Crema. Lì la devozione crebbe in maniera rigogliosa, e si cominciò a utilizzare l’acqua dalle proprietà miracolose.
Fin da subito i fedeli invocarono la costruzione di una chiesa dedicata al culto mariano. Così poco tempo dopo tutto il popolo decise perciò di costruire una splendida cappella in onore della Madonna Incoronata di Lodi.
Il tempio sorse perciò nella contrada Lomellini che corrisponde all’attuale via Incoronata. Le autorità municipali e gli esponenti delle famiglie più illustri della città appoggiarono in pieno l’iniziativa.
Fu incaricato del progetto l’architetto lodigiano Giovanni Battagio, che era un allievo del Bramante. Il vescovo Carlo Pallavicino diede un forte aiuto per la raccolta dei fondi che erano necessari per costruire il tempio tanto invocato e desiderato.
Giovanni Bernardi
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