
L’unico Dio in tre Persone, che oggi celebriamo, ci riporta alla mente l’omelia di Papa Francesco di qualche tempo fa: “Ci rinnova la missione di vivere la comunione con Dio e tra di noi sul modello di quella trinitaria”. Ricordiamoci “per quale fine, per quale gloria noi esistiamo, lavoriamo, soffriamo”.
L’unione in Dio delle tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo, mostra anche a noi l’unita che, nel Copro Mistico della Chiesa, dovremmo agevolare: “rinnova la nostra missione di vivere in comunione con Dio e fra di noi. Essa rappresenta il fine ultimo del nostro pellegrinaggio terreno e ci dà la forza per evangelizzare non solo con le parole, ma con la forza dell’amore di Dio che abita in noi”.
La solennità di oggi, dunque, ci aiuti a celebrare la comunione che il Vangelo chiede e faccia di tutti noi quell’ “unità” che anela alla vita eterna.
La nostra missione, oggi, è quella di creare comunità, portando agli altri l’insegnamento evangelico, ma non solo a parole, quanto con la dimostrazione delle nostre azioni e coi nostri atteggiamenti, perché nessuno di noi si senta mai appagato, senza che l’altro venga coinvolto, risollevato, dagli affanni, sostenuto dalla preghiera comunitaria.
La SS. Trinità ci mostra, insomma, la via del nostro pellegrinaggio terreno: “Lo Spirito Santo ci guida alla piena conoscenza degli insegnamenti di Cristo, del suo Vangelo; e Gesù, a sua volta, è venuto nel mondo per farci conoscere il Padre, per guidarci a Lui, per riconciliarci con Lui. Tutto, nella vita cristiana, ruota attorno al mistero trinitario e viene compiuto in ordine a questo infinito mistero”.
Antonella Sanicanti