Lourdes: perché non tutte le guarigioni sono considerate miracoli?

Il miracolo è una manifestazione della grazia di Dio. Ma quali sono le condizioni per le quali un miracolo può considerarsi tale?

grotta di lourdes
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Guarigioni sia nel corpo che nello spirito: sono tante quelle che si verificano a Lourdes. Un miracolo non è soltanto un fatto sensazionale o incredibile: esso implica, anche, una dimensione spirituale. Cerchiamo di capire come viene “qualificata” come miracolosa una guarigione.

Miracolo o guarigione? Come capire la differenza

Chiedere una grazia, un miracolo, una guarigione sia per il corpo che per lo spirito. Tantissimi sono i pellegrini che si recano ogni anno a Lourdes a pregare alla grotta della Vergine Maria. In molti dichiarano di aver ricevuto “un miracolo dalla Madonna”, ma su questo argomento bisogna andare molto cauti. In particolar modo per quel che riguarda le guarigioni.

Per questo motivo, una guarigione per esser qualificata come miracolosa, deve avere e manifestare due condizioni: la prima è quella che deve avvenire secondo modalità imprevedibili e straordinarie. La seconda è che deve esser avvenuta in un contesto di fede.

Lourdes: non tutti i miracoli sono guarigioni, e viceversa

Dall’altro lato, però, deve esserci un indispensabile dialogo fra la scienza medica e la Chiesa. E a Lourdes c’è sempre stato, grazie alla presenza di un medico permanente all’Ufficio delle Constatazioni Mediche del Santuario.

Ancora oggi, sono tantissime le guarigioni che vengono “viste ed osservate” a Lourdes. Ma possono esser tutte ricondotte alla categoria del miracolo? Perciò, nel 2006, sono stati messi a punto alcuni principi per il riconoscimento ecclesiale, senza sottrarre nulla alla serietà e al rigore dell’inchiesta medica.

Primo passo: la dichiarazione di chi è guarito

Si procede, quindi, per tappe. La prima è quella della dichiarazione (volontaria e spontanea) delle persone che hanno avuto “un cambiamento radicale del loro stato di salute e che ritengono che questo sia dovuto all’intercessione della Vergine di Lourdes”. Il dottore permanente dell’Ufficio Medico raccoglie questa dichiarazione. Procede a una prima valutazione dell’importanza della dichiarazione stessa, e allo studio circa la veridicità dei fatti e il loro significato.

Bisogna, quindi, assicurarsi la realtà della guarigione come primo passo. Da qui, l’intervento dei medici che hanno seguito il paziente, dando la possibilità di accesso a tutti i documenti sanitari effettuati prima e dopo la guarigione. Tutto ciò per verificare è del tutto singolare essendo avvenuta secondo criteri straordinari e imprevedibili.

Dall’altro lato, però, bisogna, anche, verificare il contesto spirituale nel quale la guarigione ha avuto luogo, osservando sia la parte psichica che quella spirituale (dall’atteggiamento di preghiera o un’eventuale suggestione, l’interpretazione di fede che essa vi riconosce…).

Secondo passo: la verifica medico – ecclesiastica

Successivamente si passa alla conferma della guarigione attraverso la verifica interdisciplinare, sia medica che ecclesiastica. Viene richiesto il parere dei medici curanti facenti parte dell’A.M.I.L, come pure quella, eventuale, di medici e professionisti della salute che lo desiderino, di qualunque credo.

Viene designato un membro per procedere a un’indagine e a un esame completo della persona guarita. Si consulta inoltre il parere di specialisti della malattia specifica e si procede a una valutazione della personalità del paziente. Da qui la classificazione della guarigione in “senza seguito” oppure “medicalmente sostenuta”.

medico che controlla una radiografia
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Dal punto di vista spirituale, una commissione diocesana, concordata con il Vescovo della Diocesi della persona guarita, valuterà in modo collegiale il modo con cui è vissuta questa guarigione in tutti i suoi aspetti, fisico, psichico e spirituale, guardando sia agli aspetti positivi che a quelli negativi.

In caso di approvazione, la persona guarita, se vuole, potrà dichiarare pubblicamente questa sua “Grazia di guarigione avvenuta”, e spiegare in che contesto essa è avvenuta.

Terzo passo: ratificare l’avvenuta guarigione

La terza tappa riguarda, invece, la ratifica della guarigione. Essa avviene attraverso sia la lettura medica che pastorale, in due momenti l’uno successivo all’altro. Questa tappa deve avere criteri conformi a quelli stabiliti dalla Chiesa per dare l’assenso di “guarigione miracolosa”, fra cui:

  • la malattia deve avere un carattere di gravità, con una diagnosi sfavorevole;
  • la guarigione deve essere non riconducibile alle terapie;
  • la ripresa delle funzioni deve essere completa, senza convalescenza;
  • non si deve trattare di un miglioramento momentaneo ma di una guarigione duratura.

Quarto e quinto passo: certificare e proclamare la guarigione

Le ultime due tappe sono la certificazione della guarigione e la proclamazione del vero miracolo. Sarà il C.M.I.L ad emettere il parere esaustivo e pieno “sul carattere eccezionale”, anche allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, e per mezzo anche una perizia medica e psichiatrica completa.

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La proclamazione dell’avvenuto miracolo è, sempre, del Vescovo della diocesi della persona guarita, insieme con la Commissione diocesana costituita. Toccherà a lui fare il riconoscimento canonico del miracolo.

Fonte: lourdes-france.org

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ROSALIA GIGLIANO

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