Lockdown, la tragica morte da videogame colpisce un ragazzo di 24 anni

Costretto a rimanere in casa durante il lockdown, il 24enne Louis O’Neill passava gran parte della sua giornata a giocare i videogame ed è morto.

foto dal web

Il ragazzo ha accusato una trombosi dovuta alle tante ore di inattività passate sedute davanti allo schermo.

La tragica storia di Louis

Il giovane Louis O’Neill è sempre stato un ragazzo sportivo ed in salute, ma durante il periodo della quarantena si è chiuso in sé stesso ed ha perso la volontà di fare attività fisica. A causa della crisi economica dovuta al lockdown, infatti, il ragazzo aveva anche perso il lavoro ed ha quindi cercato di distrarsi davanti ai videogame.

Leggi anche ->Cristianofobia dilagante in canzoni e videogames

Quello che inizialmente era un semplice passatempo di qualche ora, durante la quarantena si è tramutato nell’attività principale del ragazzo. Louis passava giornate intere seduto davanti al computer e spesso giocava anche per tutta la notte. Ad un tratto ha cominciato a sentirsi poco bene ed un giorno gli è anche venuto un dolore lancinante ad una gamba. Nessuno poteva immaginare quello che stava capitando ed i genitori se ne sono accorti quando ormai era troppo tardi: qualche ora dopo lo hanno trovato riverso nella sua stanza e privo di vita.

Leggi anche ->Coronavirus: anche paesi ricchi a rischio carestia! Torniamo a Dio

Le ore davanti ai videogame hanno portato ad una trombosi

I medici che si sono occupati di effettuare l’autopsia su Louis hanno detto ai genitori che le ore di inattività passate al pc avevano causato un coagulo di sangue che aveva condotto ad una trombosi. Per questo oggi il padre del ragazzo, Stanley Greening, lancia un appello per tutti quei giovani e quegli adulti che fanno un lavoro sedentario: “Quella di mio figlio è una delle tante morti nascoste di questo lockdown. Era una cosa prevedibile. Questo è ciò che fa più male. Le ore volano quando vengono assorbite dallo schermo. L’ho visto innumerevoli volte anche su me stesso. Lo avevo spinto a uscire per andare a fare la spesa vendendolo molto giù ma mai avrei pensato a un coagulo di sangue”.

L’uomo infatti spiega che si pensa ad una simile eventualità solamente per le persone anziane, ma si sbaglia poiché può capitare a tutti. Quindi spiega che continuerà a raccontare la sua storia per allertare altri genitori e ragazzi: “Se qualcuno di noi avesse saputo del rischio avremmo potuto salvarlo, ora continuerò a diffondere questo avvertimento a suo nome“. Stanley spiega che aveva provato a convincere il figlio a muoversi, chiedendogli di andare a fare la spesa. Poi, però, aveva desistito perché il ragazzo si era risentito dei continui rimproveri.

Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI

Luca Scapatello

 

Impostazioni privacy