Verso un lockdown nazionale o regionale? Il confronto Governo-enti locali

Nuovo lockdown? Domani ci sarà un nuovo confronto tra Governo ed enti locali sul Coronavirus, tra limitazione degli spostamenti a livello locale o per fasce d’età.

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Il governo sta pensando alla fase della riapertura delle aziende produttive, con cautela e monitorando gli andamenti. Ma cresce il malumore tra le regioni

Già dalle 9 del mattino comincerà il confronto tra governo e Regioni, Comuni e Province. Non si conoscono ancora le misure del prossimo Dpcm che si propone di contrastare la diffusione del Coronavirus, ma sono già molti i contrasti tra le diversi organi istituzionali. Pare che le regioni abbiano chiesto misure uniformi per tutta Italia.

La difficoltà di coordinare decisioni nazionali con quelle locali

Il punto sarà proprio questo: riuscire a trovare una dimensione adatta sia al livello nazionale che a quello territoriale. Nel primo caso, infatti, è ancora attivo l’ultimo Dpcm. “Possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”, ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza.

Per il governatore della Lombardia Attilio Fontana, invece, il lockdown sarebbe “l’unica misura che si è dimostrata efficace”. “Se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti, procediamo”, ha detto Fontana. “Ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale”.

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La Lombardia punta a un lockdown nazionale

La posizione della Lombardia insomma spinge a prendere provvedimenti a livello nazionale e non territoriale. “Se fermiamo Milano, si ferma la Lombardia“, ha commentato Fontana. Sottolineando che “il virus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo”.

Per il ministro delle autonomie regionali Boccia, tuttavia, le restrizioni scatterebbero in automatico. Sarebbe questo il punto di incontro che si è trovato nei giorni scorsi tra governo e tecnici. A determinate condizioni, legate in particolare a un aumento dell’indice di contagiosità oltre un certo livello, quello di Rt=2, le misure già previste nei vari piani condivisi scatterebbero in automatico.

Il tema degli spostamenti regionali

Oggi ci sono già 11 Regioni che sono oltre 1,5, e 2 regioni che superano la cifra di 2. Lo stesso varrà probabilmente per la scuola, dove “non si deve prendere una decisione univoca ma deve dipendere dal grado di Rt in ogni regione”.

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People wear protective masks in a metro during the coronavirus outbreak in Lausanne, Switzerland, Monday, July 6, 2020. In Switzerland, from Monday, people aged 12 and over must wear a mask in all public transport, trains, trams and buses, as well as in cable cars and boats. (Laurent Gillieron/Keystone via AP)

Per quanto riguarda il tema degli spostamenti tra Regioni, il governo nazionale sarebbe inoltre disponibile a nuove ulteriori restrizioni condivise, partendo quindi dalla mobilità regionale. “Possiamo decidere di adottare ulteriori misure, ma ogni presidente di regione può intervenire in base alle esigenze e criticità del proprio territorio”, ha detto Boccia.

Le richieste di sindaci e regioni. Presto il nuovo lockdown?

Insomma, se le regioni decidono di incrementare la pesantezza dei loro provvedimenti il governo centrale darà loro pieno appoggio. Segno di un incremento ormai quasi certo nei prossimi giorni. Un’altra ipotesi molto accreditata è quella di limitare gli spostamenti degli over 70. Si tratterebbe della proposta chiesta in particolare da Lombardia, Piemonte e Liguria.

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I sindaci invece si sono soffermati principalmente sulla richiesta di chiudere i centri commerciali nei week-end. Per la ragione che, per il presidente dell’Anci Antonio Decaro, è quello il momento in cui si concentra l’affluenza.

Giovanni Bernardi

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