Lo Spirito Santo ha parlato per mezzo dei profeti, lo recitiamo nel Credo, e ci ha annunciato, nel corso della storia, la sua opera di guida. E’ colui che sa consacrarci come cristiani e brucia, col suo fuoco purificatore, ciò che a Dio non appartiene, ci ripulisce da ogni vano tentativo di agire con il nostro povero e limitato istinto.
Quando, come contenitori vuoti, chiediamo allo Spirito di riempirci, allora diveniamo noi stessi portatori di pace e speranza, operatori caritatevoli e, spesso, profeti.
Sappiamo che lo Spirito soffia dove vuole, ma anche che possiamo invocalo perché ci battezzi nuovamente e renda sacra ed efficace ogni nostra azione.
Se lo volgiamo davvero, è lo Spirito che ci guarisce da ogni intolleranza nei confronti del prossimo e ci rinnova mente e cuore, perché scorgiamo, anche nel fratello lontano dal nostro credo, qualcuno che possa portare in se il seme del Dio vivente e un messaggio di fratellanza autentica.
Ruah, vaga sulle nostre teste, discende nei nostri cuori timorosi e li rende impavidi, tocca le nostre menti e le trasforma in fonti di discernimento, raggiunge in nostro corpo e lo identifica come suo tempio.
Dovremmo sperare che la Pentecoste accada tutti i giorni e che lo Spirito irrompa in ogni luogo, reale o ideale, dove le tenebre fanno da padrone sulla luce.
Spirito Santo, che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione all’esilio. Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure. Scuotici dall’omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati sui poveri.
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti.
E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.
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