ll reiki non è condannato solo dalla scienza medica, ma anche dalla fede.

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Al giorno d’oggi la cultura orientale ha sempre una maggiore diffusione anche nel nostro paese. Massaggi, cultura new age, concetti come chakra, yin e yang ed energia universale sono entrati con forza nel nostro vocabolario e nella nostra quotidianità. Secondo alcune teorie legate alla tradizione cinese il chakra è l’energia vitale del nostro corpo e del mondo che ci circonda, la cura metodica della nostra persona attraverso la meditazione ed l’esercizio fisico ci avvicina all’energia universale che in questo modo scorre dentro di noi riequilibrando il nostro flusso vitale ed eliminando le influenze negative.

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Il cattivo equilibrio delle forze positive e negative (lo yin e lo yang) causa la chiusura delle porte del chakra che a sua volta porta a dolori fisici, malesseri e disabilità. Per ovviare a questa chiusura, in oriente, viene utilizzata la pratica del reiki: si tratta di un massaggio che ha lo scopo di riequilibrare il chakra permettendo così ai soggetti di superare diverse disabilità fisiche, insomma, una forma di medicina alternativa.

 

Negli ultimi anni questa forma di  medicina alternativa si è diffusa in occidente grazie a quella che abbiamo chiamato sopra “New Age”, ma qual’è la reale valenza di questa pratica? Ha davvero poteri curativi donati dall’energia universale? Scientificamente nessuna, non c’è una dimostrazione statistica che avvalori questa convinzione e diversi medici invitano le persone a diffidare da queste pratiche.

 

Ma a condannare la pratica del reiki non è solo la scienza medica ma anche la fede, ad affermarlo è Padre Diaz durante una conferenza tenutasi a Dallas (Texas). Il sacerdote pensa che si tratti di semplice superstizione, ma non solo, invita i fedeli a diffidare perché tramite questa pratica potrebbero inconsciamente invocare satana: “Il reiki è una pratica che dovrebbe manipolare le energia per migliorare la qualità della vita di persone che hanno differenti infermità. La si considera una terapia alternativa e già la conferenza episcopale statunitense ha avvertito i fedeli del pericolo legato ad essa”.

 

Ma come fanno i fedeli ad invocare il demonio tramite questa pratica? E’ un meccanismo inconscio, spiega Padre Diaz, “E’ come quando un bambino gioca con la tavola ouija e, senza volerlo, chiama il diavolo”. Infine il sacerdote spiega come secondo lui il credente che si affidi a tale pratica rischia di esporsi al pericolo di una possessione demoniaca: “Un cattolico che si affidi al reiki sta cadendo nel grave peccato di superstizione. Chi la pratica si espone ad influenze nefaste, ossessioni e possessioni diaboliche. Dato che non è giustificato utilizzare le pratiche reiki nè secondo la scienza medica nè secondo la fede, i cattolici devono astenersi da questa tecnica pericolosa

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