Lidice fu letteralmente cancellata dalla faccia della terra dalla violenza tedesca, gli abitanti massacrati e le macerie rimosse, addirittura.
Era il 10 Giugno del 1942, quando i soldati nazisti separarono gli uomini di Lidice dalle donne. I primi erano 192 e furono portati in un granaio e fucilati a dieci a dieci.
Non vennero nemmeno bendati e, ogni decina, era costretta a passare sui corpi degli altri, per raggiungere il muro della fucilazione, che fu ininterrotta dalle ore 10 alle ore ore 15.
Due giorni dopo, le donne furono allontanate dai bambini;erano 198 e vennero trasportate tutte nel campo di concentramento di Ravensbrück.
35 di loro ebbero una sorte anche peggiore, perché, in seguito, furono portate ad Auschwitz, e “usate” per esperimenti medici.
I bambini di Lidice, da 1 a 15 anni, erano 99 e finirono nel campo di sterminio di Chełmno e uccisi con il gas.
Solo 17 di loro, perché ritenuti idonei a propagare la razza ariana, vennero salvati e affidati a famiglie tedesche.
Quando la guerra finì, in qualche modo, riuscirono a tornare nel luogo della strage, in quella che era stata la loro casa.
Anche 143 donne, nonostante le indescrivibili torture di cui portarono i segni per tutta la vita, sopravvissero e raggiunsero i ragazzi.
Nel 1949, la loro tenacia permise che Lidice venisse ricostruita, nello stesso posto di prima.
L’opera rimase incompleta, perché l’artista non trovò il denaro necessario a terminarla.
Dopo la sua morte, però, la città di Albertslund (Danimarca) donò il denaro necessario a completarla.
I lavori terminarono nel Giugno del 2000, nel ricordo indelebile della crudeltà di una guerra inumana.
Tra l’altro, la morte del Generale Reinhard Heydrich, tutt’ora, non è collegabile a ciò che per rivendicazione accadde a Lidice, ma la storia fu una propaganda del terrore per le forze naziste e per Hitler.
Antonella Sanicanti
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