Il telegiornale, insieme agli altri mezzi di comunicazione di massa, spesso ama citare le notizie più dure, quelle che attirano l’attenzione dello spettatore o del lettore e determinano ascolti più alti. Solitamente le notizie che funzionano sono le più delittuose e, chissà perché, l’animo umano sembra non saziarsene mai. Questo spiega come mai sorgono, come funghi dopo un acquazzone, i servizi di approfondimento su delitti irrisolti che ripetono notiziole, centellinate e rivendute, dandole ogni volta per straordinarie.
Quanto poco spazio si da alle buone intenzioni compiute, alle tragedie umane che si consumano nel quotidiano, nel silenzio e nella disperazione di chi perde famiglia o casa o salute, lavoro … Quasi come a voler sottolineare che nel mondo tutto è pessimo, soprattutto il prossimo, che dagli altri è meglio stare alla larga, specialmente se si tratta di stranieri o di gente di altre culture o se, pur essendo italiani, hanno condotto una vita diversa dagli standard cui siamo abituati.
“E’ vero la nonviolenza non fa notizia, caro Izzo, e nemmeno la riconciliazione e il perdono. Il 6 novembre a San Pietro si è celebrato per volontà di papa Francesco il Giubileo dei detenuti, e la marcia radicale da lei ricordata è stata pensata -come scrissi- “in stereofonia” con quell’evento, raccogliendo soprattutto distrazioni e perplessa sufficienza nei circuiti mediatici. E la malaccoglienza di profughi e migranti diventa il più delle volte titolo forte quando precipita nella cronaca nera, non quando genera pura sofferenza e civile protesta e reclama umanità e giustizia. Tutto questo è parte di un’amara e plumbea “cultura della morte” (e “dello scarto”, direbbe ancora Francesco) che ci assedia pensieri e giorni e punta a ridurre a povera caricatura la “cultura della vita”. Io dico che bisogna umanamente e cristianamente continuare a resistere su una strada alternativa, e coi miei colleghi cerco di farlo ogni giorno. So che è dura, ma sono felice di non essere solo e spero di trovare sempre nuovi e sempre più consapevoli (ma mai tristi) compagni di cammino.”.