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La zappa come strumento educativo

A SCUOLA CON LA ZAPPA

 

 

 

Pare che il detto “il lavoro nobilita l’uomo” funzioni alla perfezione a Nuoro, in particolare nell’istituto “Ciusa”.

Tutti gli studenti che arrivano in ritardo alle lezioni, o commettono altri atti indisciplinati, per disposizione del Preside, sono condotti sul retro dell’edificio, per indossare stivali di gomma e guanti, impugnare la zappa e … zappare, per il tempo necessario a pagare la “loro disobbedienza”.

Non più quindi sospensioni, non più note, non più richiami dei genitori, ma “opere contadine” vere e proprie.

L’iniziativa del Preside è stata resa possibile anche dal fatto che, proprio quella scuola, per questa primavera, stava mettendo in atto un progetto chiamato “Un milione di alberi”, che si propone di piantare nel territorio, con l’aiuto dell’Ente Foreste, 860 alberi, arbusti e piante aromatiche, a cominciare appunto dal retro della scuola, che dispone di 9.000 mq. di terreno arabile, per l’appunto.

Ecco le parole del Preside Franco Cucca, fautore della geniale iniziativa: “Voglio lasciare una scuola più bella di come l’ho trovata e questo è un modo per farlo: renderla più verde e ricca di alberi. E allo stesso tempo, con i miei collaboratori, abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea responsabilizzare gli studenti nella cura del verde e degli spazi comuni dell’istituto. Così abbiamo deciso che le sanzioni per chi entra in ritardo saranno convertite in lavoro sul “campo”, ma sul campo davvero.”.

Gli fa eco il vicepreside Silvio Zucchelli: “Sarà una sorta di palestra di sanzioni alternative. Chi arriverà in ritardo, andrà a pulire il giardino, a zappare il terreno, a eliminare la gramigna. Vogliamo sviluppare in questo modo il senso di appartenenza alla scuola, ma anche qualificare gli spazi e far capire che la scuola appartiene agli studenti.”.

La scuola ospita circa 100 studenti, i primi a godere di un’iniziativa così particolare, quanto ecologica. Un’idea davvero ammirevole quella del gruppo “Un milione di alberi” a cui si spera attingano anche altre realtà scolastico/cittadine, perché si diffonda il pensiero e il metodo grazie al quale i giovani possano riscoprire il desiderio di ritrovare i sani valori di un tempo, di quel tempo in cui la natura e i suoi frutti erano i migliori alleati degli uomini, un tempo in cui parole come smartphone, ipad, iphone, twitter non era state neppure mai pensate.

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