La vera storia dei Re Magi, da dove venivano?

Ma chi erano veramente i Re Magi, cosa li ha spinti a cercare Gesù per adorarlo. da dove è venuta l’ispirazione?

Era l’anno 614, quando la Palestina, invasa dai Persiani con a capo Re Cosroe II, vide radere al suolo ogni chiesa cristiana, tranne la Basilica della Natività di Betlemme, perché, il mosaico sulla facciata raffigurava i Magi, vestiti con abiti persiani.
Infatti, i Maggi provenivano dalla Persia (oggi Iran) ed erano astrologi e seguaci dell’oracolo Zoroastro, del dio Ahura Mazda, il protettore di tutte le creature.
Proprio l’oracolo aveva dato loro il modo di leggere nelle stelle quell’astro (la cometa), che avrebbe annunciato un Re in Israele.
Così, i Magi erano sciamani degli astri e sacerdoti che, nel cielo, avevano letto la venuta di Cristo nel mondo, identificandolo come il “Saosayansh”, il salvatore di tutto l’universo.
Quando intrapresero, dunque, il viaggio per seguire la cometa e giungere a Betlemme, si elevarono a tramiti, tra la regione cristiana e quelle orientali, tra cui mazdaismo e buddismo.

Il ruolo dei Magi nella storia

Singolare è, dunque, la loro ricerca della fede, la loro umiltà, propria degli studiosi saggi, che si inchinano quanto trovano e riconoscono una verità più grande di quella che cercavano. Ciò che spinge, infatti, quegli astrologi pagani a visitare il Bambinello è la consapevolezza che ci potesse essere qualcosa (che loro, fino al quel momento, avevano solo sospettato), che doveva essere rivelato e che sarebbe valso per tutti: per se stessi, per chi già attendeva il Messia, ma anche per coloro che, da pagani o appartenenti ad altri Credi mistico/religiosi, avessero avuto il coraggio di accettarlo.
Il Vangelo di Matteo racconta: “Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”.

Nella Sacra Scrittura non si precisa il nome o il numero dei Magi, ma, la nostra religione cristiana ne riconosce tre (anche se le fonti sono discordanti), i cui nomi sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, così come sono stati trovati scritti nel Monastero di Kellia (Egitto).
Melchiorre deriva da Melech, ossia Re e doveva essere il più anziano; Baldassarre deriva da Balthazar, un Re babilonese; Gasparre vuol dire signore di Saba.
E pare che, al versetto 60, 3 di Isaia, si debba il loro titolo di Re: “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere”.
I doni al Bambino furono il segno del loro tributo, nel riconoscere in Gesù il salvatore della storia.
L’oro, portato in dono dai Magi, è simbolo, infatti, della regalità, l’incenso del suo sacerdozio divino, la mirra (utilizzata, all’epoca, per preparare i corpi alla sepoltura) annunciava il suo incontro con la morte terrena.
Siccome i Re Magi rappresentano i pagani, che accettano la venuta del Cristo, possono essere considerati il simbolo della chiesa che, finalmente, diviene una, per tutta l’umanità.
Loro giunsero, al cospetto della Madonna e di San Giuseppe, senza neppure parlare della propria cultura, ma semplicemente si sottomisero a quella che ritennero la più giusta; non ebbero bisogno di discutere, di parlare di se e delle proprie origini, non proposero un dialogo ecumenico, tra le varie religioni, ma il riconoscimento del Cristo, come Re dell’Universo.

Nell’omelia dell’Epifania del 2011, Papa Benedetto li descrive così: “Essi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare”.

La tomba dei Magi

Marco Polo scrisse di aver visto le tombe dei Magi a Saba (Iran), nel 1270: “In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente”.
Si pensa, poi, che sia stata Santa Elena a trasportare i loro corpi altrove e che siano giunti, in seguito, alla chiesa di Sant’Eustorgio a Milano, nel 1034.
L’Imperatore Federico Barbarossa, nel 1162, se ne impadronì e, con la complicità dell’Arcicancelliere Imperiale Rainaldo di Dassel, li portò nella Cattedrale di Colonia (Germania), dove sono ancora adesso.

La Befana

Una leggenda vuole che anche la figura della Befana (nome, forse, proveniente dalla storpiatura del temine “Epifania”) non sia una strega (o presunta tale), ma una gentile vecchietta che avesse incontrato i Magi.
Si racconta che i Re, sulla strada verso Betlemme, chiesero informazioni a lei, per trovare Gesù, e la invitarono ad andare con loro a trovarlo.
La donna rifiutò e poi si pentì di non aver seguito i Magi. Dunque, preparo un cesto di dolci e uscì a cercarli. Non li trovò, allora decise di fermarsi ad ogni casa, lungo il tragitto, per regalare qualcosa ai bambini, sperando che uno di loro fosse Gesù.

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