Giorni unici per densità di appuntamenti e intensità spirituale. È ciò che alla vigilia della Pasqua i cristiani vivono nel momento in cui l’anno liturgico li invita a immergersi nella Settimana Santa e in particolare nel Triduo pasquale. Un periodo, questo, segnato dalla riflessione del Papa sul Giubileo della Misericordia, che Francesco aprirà con la Messa in Coena Domini il pomeriggio del Giovedì Santo in San Pietro. Gli eventi dei prossimi giorni in questo servizio di Alessandro De Carolis:
Misericordia. L’anima e la carne del prossimo Triduo pasquale saranno strettamente orientate da questo valore sul quale Papa Francesco ha voluto incardinare la Chiesa universale per un intero anno. Già la Domenica delle Palme ha mostrato l’impronta giubilare impressa dal Papa anche alla Settimana Santa – la sua carrellata sui singoli supplizi della Passione sublimati dall’amore abissale di Cristo che tutto perdona e ricopre di misericordia anche nel momento in cui a essere abissale è il dolore.
“Ho bisogno di essere lavato dal Signore”
“Ma anche io ho bisogno di essere lavato dal Signore e per questo pregate durante questa Messa perché il Signore lavi anche le mie sporcizie, perché io diventi più schiavo di voi, più schiavo nel servizio della gente, come è stato Gesù”.
Contemplare le ultime ore
Una schiavitù che per “l’indifferenza” delle autorità – come ha affermato ieri Francesco – diventa crudele spettacolo sul Golgota. Ciò la Chiesa mediterà lungo le ore del Venerdì Santo, con il Papa in Basilica vaticana alle 17 per celebrazione della Passione del Signore, rivissuta qualche ora dopo, alle 21.15, nella notte della Via Crucis al Colosseo. E un’altra notte, quella del Sabato Santo, “Madre di tutte le Veglie”, anticiperà con i riti di benedizione dell’acqua e del fuoco la vita nuova della Risurrezione, con Francesco a presiedere la celebrazione in San Pietro dalle 20.30. Infine, domenica 27 marzo, Pasqua di Risurrezione, la Messa del giorno in Piazza San Pietro fissata per le 10 sarà suggellata come sempre a mezzogiorno dalla benedizione Urbi et orbi di Papa Francesco, impartita dalla loggia centrale della Basilica Vaticana.
La risposta non banale
“Entrare nel mistero significa andare oltre le proprie comode sicurezze, oltre la pigrizia e l’indifferenza che ci frenano, e mettersi alla ricerca della verità, della bellezza e dell’amore, cercare un senso non scontato, una risposta non banale alle domande che mettono in crisi la nostra fede, la nostra fedeltà e la nostra ragione”.
fonte:radiovaticana
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