Chiesa e Governo dopo settimane di confronti, ancora (!) non sono riusciti a trovare un accordo che consenta a noi fedeli, di ritornare alla Messa.
Domenica 26 aprile 2020, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato in conferenza stampa le misure per il contenimento dell’emergenza Coronavirus nella cosiddetta “fase due”. E dice no alla Messa!
Ecco il punto:”Inoltre, già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima, la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.
A questa decisione segue, alla velocità della luce, una nota da parte della Conferenza episcopale italiana che rivendica la libertà di culto:”I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”.
Ma la domanda che sorge spontanea è: finora di cosa hanno parlato Governo e Chiesa italiana? Sono oramai passati due mesi da quando ci è stato vietato di partecipare alla Messa, e il presidente Conte, parla di “prossimi giorni, quanto prima”. La dinamica a cui stiamo assistendo, ci lascia non poco disorientati e amareggiati.
Messa: ma non finisce qui
Conte, replica in tempo record. E sul sito della Presidenza del Consiglio, ieri sera intorno alle 23 compare questa nota:
“La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della CEI e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.
Poco dopo la mezzanotte, arriva anche la reazione del Comitato tecnico scientifico istituito per l’emergenza Coronavirus. Viene da dire tutti molto celeri ieri sera. Adnkronos, pubblica il comunicato secondo cui, non se parlerebbe proprio di dare nuovamente la possibilità ai fedeli di partecipare alla Messa in tempi brevi.
Le librerie sono una priorità, la Messa no
“Criticità non superabili. Questo il parere del Comitato tecnico scientifico, si apprende da fonti di governo, sulla riaperture delle funzioni religiose. Criticità sia per quanto riguarda gli spostamenti che i contatti durante le messe. L’indicazione degli esperti è che occorra attendere per poter avere una percezione dell’impatto delle progressive riaperture. Un parere in merito potrebbe arrivare non prima del 25 maggio.
Che gioco stanno facendo?
Simona Amabene
@Riproduzine riservata
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