Nel corso dei secoli le varie edizioni dei Testi Sacri si sono modificate andando incontro alla lingua che le accoglieva. L’evoluzione dell’idioma è un processo inarrestabile che è nato con l’uomo ed avviene costantemente intorno a noi. Per tale motivo, alle volte, una versione della Bibbia differisce da quella successiva, ma ciò che non cambia mai è il Verbo. In un interessante articolo pubblicato su ‘Interris‘ si legge di come l’ultima versione della Bibbia presenti il passo tratto da Giovanni (1,5) in questa forma: “La luce splende fra le tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta”, al posto della classica: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”.
Il perché di questa variazione risiede esclusivamente nella traduzione del verbo greco ‘katélaben’ che in Italiano, come molti altri verbi del greco antico, ha molteplici significati e può essere tradotto in entrambi i modi. L’autrice del pezzo, però, ci invita a riflettere sul contesto in cui si trova la frase e ci fa notare come Giovanni stesse parlando di una lotta tra la luce e le ombre per arrivare alla conclusione che per quanto le tenebre provino ad inghiottire la luce non ci riescono. Il verbo contestualizzato in questa maniera non può che essere tradotto con “Non l’hanno vinta” dando ragione alla traduzione più recente.
Chiaramente si tratta di una sfumatura che nulla toglie al significato del racconto: anche nella versione originale c’era il senso della lotta e della vittoria della luce, ma le tenebre venivano presentate come una forza tentatrice che la luce non ha accolto. Questa interpretazione, insomma, si avvicina maggiormente alla figura del male che cerca di impadronirsi delle anime e della luce che se accolta dalle stesse anime caccia via le ombre tentatrici. Questo discorso linguistico interpretativo non serve ad altro se non a far comprendere come, le sfumature non incrinano il Verbo di Dio il quale brilla sempre attraverso la debolezza e le difficoltà e si mostra in tutto il suo splendore a chi riesce a vederlo. Quella luce a cui si riferisce Giovanni è la parola salvifica di Gesù che a volte trascuriamo ma che rimane la nostra unica fonte di salvezza poiché, come dice il Santo Padre: “Gesù ci ha consegnato una luce che brilla nelle tenebre: difendila, proteggila. È la ricchezza più grande affidata alla tua vita”.
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