La Chiesa oggi mostra un grave problema | Qual è il rimedio?

La fotografia che è fatta di recente sui fedeli cattolici in Italia mostra un aspetto molto preoccupante della vita della Chiesa, che indica la direzione che c’è bisogno d’intraprendere prima che sia troppo tardi. 

Pare infatti che tra le varie risposte offerte dai campioni rappresentativi emerga un aspetto a dir poco problematico rispetto al modo in cui i fedeli vivono la fede in Dio, e che è forse frutto di scelte e comportamenti adottati dalla Chiesa stessa.

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Questa fotografia “problematica” infatti, realizzata all’interno del curato dal professor Roberto Cipriani e dal titolo “L’incerta fede”, non solo dice che si va sempre meno a Messa,  che la fede è vissuta come fatto privato, e che addirittura il 27,5 per cento non fa mai la Comunione.

Il dato che spaventa più di tutti gli altri

Un dato tra quelli che spaventa, e non poco, è quello in cui si spiega che solamente il 28,6 per cento crede nella vita eterna. Come è possibile che il numero di cattolici che credono nella vita eterna, che ci ha donato il Signore Gesù Cristo con la sua morte che ha redento l’umanità, sia in un numero così basso? Forse c’è un problema nella concezione della propria fede?

Forse centrare la propria predicazione su tematiche di natura sociale, politica, economica, in definitiva materiale e materialistica, ha fatto perdere la vera fede nel trascendente nei fedeli? Forse i pastori stanno fallendo nella loro missione di orientare il gregge nella direzione di Dio, del cielo, e hanno portato tutti a concentrarsi sulla terra, quando non nei propri piedi, appena al di là del proprio naso?

Dalla ricerca emerge infatti che fattore religioso, infatti, non appare influire più di tanto nella ricerca della felicità degli intervistati. L’unica eccezione avviene davanti all’esperienza del dolore o della morte. Insomma, oltre che incerta si parla anche di una fede ondivaga, nel senso che il 65 per cento del campione all’idea che la fede possa dare un senso alla vita risponde “molto/abbastanza”, mentre il 33 per cento risponde di sentire la propria fede diminuita rispetto all’età adolescenziale.

Il numero che indica quanti abbandonano la fede

Rispetto al 1995, l’indagine registra inoltre un vero e proprio abbandono della Chiesa che va dal 18,3 per cento di allora al 30 per cento di oggi. Per quanto riguarda le tematiche care alla Chiesa, invece, il 64,7 per cento si dice contrario alla pena di morte, ma al contempo aumentano i favorevoli all’eutanasia, che dal 1995 ad oggi addirittura triplicano, passando dal 22,5 al 62,7 di oggi. I contrari scendono invece dal 42,7 al 20,4, e gli indecisi scendono dal 34,8 al 16,9. Il che davanti all’ipotesi di un referendum fa preoccupare e non poco.

La domanda a cui viene data risposta più inquietante è quella che chiede: cosa c’è dopo la morte? Il 19,5 per cento dice nulla, il 21,6 per cento non so, il 23,7 per cento non si può sapere, il 28,6 per cento parla di vita eterna e un 4,4 per cento addirittura si spinge a discettare di reincarnazione.

Altrettando preoccupante è la frequenza ai sacramenti o la partecipazione alla vita della comunità ecclesiale. Solo il 14 per cento si accosta alla comunione almeno una volta la settimana. Ben l’8 per cento va a Messa solo a Natale o Pasqua; il 13,9 alcune volte l’anno, e il 27,5 mai. Il 22 per cento va alla Messa una volta alla settimana, contro il 31 per cento del 1995. Il 33 per cento una volta l’anno e il 15 per cento una volta al mese, confermando la tendenza a un calo di partecipazione ai riti. Che con le restrizioni imposte dalla pandemia hanno subito un’ulteriore scossone.

La fede dei cristiani veri resta ben salda

In sostanza, uno scenario nient’affatto rasserenante, che pone domande e non poche alle gerarchie della Chiesa, insieme allo stesso popolo di Dio. Forse ci sono stati errori nelle decisioni prese negli ultimi anni, a determinare questa drammatica situazione. Forse la mancanza di coerenza, di determinazione, in definita di fede nel Vero Dio che ci accompagna attraverso la sua Presenza e la sua Chiesa, hanno portato a questi effetti nefasti.

Papa Benedetto XVI
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Se è così, forse sarebbe meglio invertire la rotta, prima che la barca crolli. Tuttavia, la fede dei cristiani veri resta ben salda e dice ben altro, come ricordò anche Benedetto XVI prima delle sue sconvolgenti dimissioni. La barca di Pietro, infatti, è ben salda in Colui che la guida, il Suo Salvatore Gesù Cristo, e nessuno potra mai affondarla, per la semplice ragione che le porte degli inferi non prevarranno. Non dimentichiamocene mai, nemmeno nei momento in cui tutto sembra diventare buio. La Sua luce ci attende alla fine del tragitto.

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