Non fate il cammino della vita da soli: fatelo con Gesù!
Ecco cosa ci dice e ci spiega questo grande Santo spagnolo, San Miguel Gonzalez, innamorato pazzamente di Gesù Eucaristia, fondatore delle Missionarie Eucaristiche di Nazaret e anche dell’Unione Eucaristica Riparatrice.
Gesù, pellegrino non conosciuto della strada di Emmaus,
scoprici i misteri che questo passo,
uno dei più interessanti del tuo Vangelo,
Come nell’Eucaristia, Gesù è sulla strada di Emmaus reale e sconosciuto, presente e invisibile, che cerca senza dar a vedere: e gli uomini, duri e ciechi e abbagliati, con difficoltà riescono ad incontrarlo. Raramente sono là dove Egli è.
Una delle grandi difficoltà della preghiera davanti al Tabernacolo e particolarmente della preghiera confidente, affetuosa e filialmente intima, è il non renderci perfetto conto che Gesù è lì, vivo, in persona.
Nella sua vita eucaristica Gesù soffre ingratitudini, e tante, anche da parte dei suoi. Davanti al Tabernacolo si ripete sovente la scena di Emmaus: essere cioè con Gesù e non renderci conto che Egli è con me. Anche noi, pellegrini della strada misteriosa del Tabernacolo, impariamo dai fortunati viaggiatori di Emmaus a sentire ardere il cuore quando Gesù ci parla e a riconoscerlo quando a noi spezza il pane. Tutto ciò che i pellegrini di Emmaus fecero per rendersi conto della presenza di Gesù è espresso in questa parola: preghiera.
Questi due uomini andavano da Gerusalemme ad Emmaus facendo questa cosa sola: pregavano. Come pregavano? Tre forme di pregare scopro in questi discepoli:
1. sentendo la mancanza di Gesù,
3. servendolo con carità nella persona di un pellegrino sconosciuto.
Il pregare sentendo la mancanza di Gesù, lo invita ad avvicinarsi; il pregare parlando con ardore e affanno di Lui e con Lui lo invita a parlare e ad accompagnarsi con loro velatamente; il pregare operando il grande comandamento di Gesù «amatevi gli uni gli altri» e insistendo col «resta con noi perchè si fa sera»; lo obbliga ad entrare, a mangiare con loro e a loro farsi conoscere.
Il Vangelo, descrivendo minuziosamente il viaggio dei due discepoli, nota con attenta cura che essi andavano tristi. E la causa di questa tristezza, risulta chiaro, è l’assenza di Gesù.
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