C’è chi lo definisce un semplice “portafortuna”. In realtà non è così, ma è molto di più e nasconde una storia davvero particolare.
A Capri è famosa per essere la “campanella di San Michele”. Ma conosciamo la sua affascinante storia fatta di leggenda, tradizione e spiritualità.
Una piccola campanella, segno della presenza di uno dei Tre Arcangeli accanto a noi.
È uno degli ornamenti più in e voga più ricercati come souvenir quando si va a Capri. È così famosa che sono in molti, anche, a richiederla con spedizione. Stiamo parlando della “campanella di San Michele”, uno dei più famosi “portafortuna” che si conoscano.
Può essere fatta in diversi materiali: dall’argento alla ceramica. Così semplice, o anche decorata a mano. Insomma: ce ne sono tantissime varietà per tutti i gusti, ma tutte con l’immancabile scritta che guarda all’Arcangelo Michele.
Ma, dietro questa piccola campanella, in realtà c’è una leggenda che fonde in sé tradizione popolare e spiritualità. Il tutto concentrato attorno ad una storia molto suggestiva, che vi raccontiamo.
La campanella di San Michele tra leggenda e spiritualità
C’era un pastorello che andava sempre a raccogliere fiori. Un giorno, era così immerso nella sua raccolta che non si rende conto che si era fatto molto tardi e, voltandosi indietro, non vede più la sua pecorella che nel frattempo si era allontanata. Scoppiò allora a piangere pensando di averla smarrita e di non riuscire più a trovarla, e un animale rappresentava una risorsa preziosa, per lui sarebbe stata una perdita importante, ma ecco che d’un tratto sentì un piccolo tintinnio venire da lontano.
“Sarà la mia pecorella” – pensò, e iniziò a correre velocemente verso la zona da dove aveva sentito provenire quel suono. Correndo correndo, sembrava non arrivare mai. La notte era ormai calata e, tutto intorno, non si vedeva più nulla. E il pastorello non riusciva più a sentire quel suono.
Quella luce forte e poi appare l’Arcangelo
Ma nonostante l’incertezza, non si fermò ma continuò a correre, fino a quando non si trova sull’orlo di un burrone. Stava per caderci dentro, quando una luce abbagliante lo ferma prima che fosse troppo tardi. Il pastorello rimane sconvolto, poi guardando con attenzione, riesce a scorgere una figura in quella luce: era l’Arcangelo Michele. Ed aveva al collo una campanella, proprio quella che lui aveva sentito tintinnare.
L’Arcangelo se la sfila dal collo e la porge al pastorello: “Bimbo mio, prendi questa e segui sempre il suo suono, ti salverà da ogni pericolo”. La felicità negli occhi del fanciullo era tale da non aver pari. Non appena la luce scompare, ecco che ritrova la sua pecorella.
Fa ritorno a casa tutto contento e dona la campanella del Santo alla sua mamma. Da quel momento, la vita del fanciullo e di sua madre cambia radicalmente e la protezione del Santo Arcangelo si estende su di loro, e da quel momento, ogni loro necessità, incontra l’intervento della Provvidenza.
Si dice, che ogni qualvolta una di queste campanelle suoni, San Michele sta esaudendo il desiderio della persona che la porta con sé, così come quel tintinnio era stato segno di buon auspicio per il bambino che aveva perso e successivamente ritrovato la sua pecorella.