La Bilocazione di Padre Pio, un grande mistero.

PERONI

Padre Pio da Pietralcina, faceva  uso frequente del dono della bilocazione.

Egli era visto contemporaneamente in due luoghi diversi, il più delle volte a distanza di centinaia di chilometri, per alleviare le pene dei sofferenti o per concedere delle grazie a coloro che ne erano veramente degni. Egli stesso narrò che un giorno, mentre si trovava in coro con Fra Anastasio (ore 23 del 18 gennaio 1905) si ritrovò in una casa signorile dove stava nascendo una bimba e dove il padre stava,contemporaneamente, morendo. In quel frangente apparve la Madonna che gli affidò la neonata creatura, con la raccomandazione di seguirla e proteggerla per tutta la vita. Infatti, negli anni successivi, Padre Pio ebbe modo di illuminare la vita della bimba, il cui nome era Giovanna Rizzani, in innumerevoli episodi. Padre Alberto D’Apolito (che è stato il padre cappuccino più vicino a Padre Pio durante la vita) narra che un giorno, nel febbraio del 1970, trovandosi a Terni per una conferenza sul Santo Padre (Padre Pio era passato aldilà del velo il 23 settembre 1968) si recò, nella vicina Collevalenza, a visitare Madre Speranza dove viveva in concetto di Santità nel grandioso complesso di costruzioni eseguito per suo volere, a scopo di bene per i sofferenti.
Padre D’Apolito si presentò a Madre Speranza come cappuccino di San Giovanni Rotondo e la esortò a pregare per la glorificazione di Padre Pio. La donna, curva e piccola di statura, rispose che già lo faceva, poiché, conosceva da molto tempo il Santo Padre. Alla domanda di Padre D’apolito se lo avesse conosciuto a San Giovanni Rotondo, ella rispose di non aver mai visitato quel paese. Continuò dicendo di aver conosciuto Padre Pio a Roma incontrandolo giornalmente per tre anni (dal 1937 al 1939). Narrò di averlo visto chiaramente con i suoi mezzi guanti che nascondevano le piaghe delle mani, di averlo salutato e di aver ricevuto in cambio un sorriso. A queste parole, il frate, anche conoscendo le doti di Padre Pio, rimase allibito e replicò che Egli era stato a Roma una sola volta nel 1917. In pratica ci troviamo di fronte ad un fenomeno di bilocazione avvenuto per tre anni e, addirittura, giornalmente.

Su Padre Pio e sulle sue bilocazioni non basterebbero decine di libri per parlarne, eccone alcune:
Una signora, moglie di un armatore ligure, era ospite della figlia a Bologna. Sofferente per un tumore maligno ad un braccio, la signora d’accordo con la figlia aveva deciso di farsi operare. Il chirurgo, interpellato, aveva risposto di avere pazienza e di attendere qualche giorno, quindi sarebbe stata fissata la data per l’intervento chirurgico. Nell’attesa il marito della figlia inviò un telegramma a Padre Pio chiedendo preghiere per la suocera. All’ora in cui il telegramma giunse nelle mani di Padre Pio, la signora, che era sola nel soggiorno della casa della figlia, vide aprire la porta ed entrare un frate cappuccino. “Sono Padre Pio da Pietrelcina” le disse. Dopo averle domandato cosa le aveva detto il chirurgo, e averla esortata ad avere fiducia nella Madonna, il Padre le fece un segno di croce nel braccio, quindi, salutandola, uscì. La signora chiamò la cameriera, la figlia e il genero. Domandò perché avevano fatto entrare Padre Pio senza annunciarlo, ma si sentì rispondere che loro non lo avevano veduto e che, comunque, non avevano aperto la porta a nessuno. Il giorno successivo il chirurgo visitò la signora per prepararla all’operazione, ma non trovò traccia del tumore.

Una famiglia americana venne da Filadelfia a San Giovanni Rotondo, nel 1946, per ringraziare Pare Pio. Il figlio pilota di un aereo da bombardamento (nella II Guerra Mondiale) era stato salvato da Padre Pio nel cielo nell’Oceano Pacifico. L’aereo in prossimità dell’isola sede della base alla quale rientrava, dopo avere effettuato un bombardamento, venne colpito dai caccia giapponesi. “L’aereo” – raccontava il figlio, “precipitò ed esplose prima che l’equipaggio potesse gettarsi col paracadute. Soltanto io, non so in quale maniera, riuscii ad uscire in tempo dall’aereo. Cercai di aprire il paracadute ma non si aprì; mi sarei pertanto sfracellato al suolo se improvvisamente non fosse comparso un frate con la barba che prendendomi fra le braccia mi depose dolcemente davanti all’ingresso del comando della base. Immaginate lo stupore che provocò il mio racconto. Era incredibile ma la mia presenza “obbligò” tutti a credermi. Riconobbi il frate che mi aveva salvato la vita allorché, qualche giorno dopo, inviato in licenza, giunto a casa mi vidi mostrare da mia madre la fotografia di Padre Pio, il frate alla cui protezione mi aveva affidato”.

Padre Alberto, che conobbe Padre Pio nel 1917, raccontava: “Vidi parlare Padre Pio fermo presso la finestra con lo sguardo sulla montagna. Mi avvicinai per baciarli la mano ma lui non si accorse della mia presenza ed ebbi la sensazione che la sua mano fosse irrigidita. In quel momento lo sentii scandire con voce molto chiara la formula dell’assoluzione. Dopo un attimo il padre si scosse come da un assopimento. Rivolto verso di me, mi disse: – Siete qui?, non me ne ero accorto. Qualche giorno dopo arrivò da Torino un telegramma di ringraziamento al Padre Superiore per aver mandato Padre Pio ad assistere un moribondo. Dal telegramma si poté intuire che il moribondo stava spirando nel momento in cui il Padre a San Giovanni Rotondo, pronunciava le parole di assoluzione. Ovviamente il Superiore non aveva inviato Padre Pio presso il moribondo ma Padre Pio vi si era recato in bilocazione.

Il Generale Cadorna, dopo la sconfitta di Caporetto cadde in un tale stato di depressione da decidere di volerla fare finita. Una sera si ritirò nel suo appartamento e diede ordine al suo attendente di non far passare nessuno. Entrato nella sua camera, estrasse da un cassetto una pistola e mentre se la stava puntando alla tempia udì una voce che gli diceva: “Suvvia, Generale, non vorrete mica compiere questa sciocchezza?” Quella voce e la presenza di un Frate distolsero il Generale dal suo proposito, lasciandolo di sasso. Ma, come era potuto entrare questo personaggio in camera sua? Chiese spiegazioni all’attendente ma quelli rispose di non aver visto passare nessuno. Anni dopo, il generale, venne a sapere dalla stampa, di un Frate che viveva sul Gargano e operava miracoli. Si reca a San Giovanni Rotondo in incognito e quale è lo stupore quando riconosce in quel frate il cappuccino di quella sera. “L’abbiamo scampata bella quella sera, eh generale?… gli sussurro Padre Pio.

Un ex ufficiale dell’esercito, un giorno entrò in sacrestia e guardando Padre Pio disse “Si è proprio lui, non mi sbaglio”. Si avvicinò, cadde in ginocchio e piangendo ripeteva – Padre grazie di avermi salvato dalla morte. In seguito l’uomo raccontò ai presenti: “ero un Capitano di fanteria e un giorno, sul campo di battaglia, in un’ora terribile di fuoco, poco distante da me vidi un frate, pallido e dagli occhi espressivi, disse: “Signor Capitano, si allontani da quel posto” – andai verso di lui e, prima ancora di arrivare, sul posto dove mi trovavo prima, scoppiò una granata che aprì una voragine. Mi girai verso il fraticello, ma non c’era più”. Padre Pio in bilocazione gli aveva salvato la vita.

La signora Maria, figlia spirituale di Padre Pio, su questo argomento raccontava che suo fratello, una sera, mentre pregava, venne colto da un colpo di sonno, improvvisamente ricevette uno schiaffo sulla guancia destra ed ebbe l’impressione di sentire che la mano che lo colpiva fosse coperta da un mezzo guanto. Pensò subito a Padre Pio e il giorno dopo gli chiese se era stato lui a colpirlo: “Così si manda via il sonno quando si prega?”, rispose Padre Pio. Era stato Padre Pio che in bilocazione aveva “risvegliato” l’attenzione dell’orante.

Padre Pio in bilocazione celebrò una Messa nella Cappella di un monastero di suore in Cecoslovacchia, nel 1951. Dopo la celebrazione della Messa le suore andarono in sacrestia per offrire al Padre una tazzina di caffè e ringraziarlo per la Messa e l’inaspettata visita, ma nella sacrestia non c’era nessuno. Le suore poterono così constatare che Padre Pio si era recato da loro in bilocazione.

Perfino il beato don Orione ebbe a dichiarare quanto segue in merito alla bilocazione di Padre Pio: “Nella basilica di San Pietro, alla beatificazione di Santa Teresa del Bambin Gesù, c’era anche Padre Pio, in bilocazione. Lo vidi venire verso di me, sorridendo. Gli andai incontro, attraverso la folla, ma quando gli giunsi a due passi di distanza, scomparve”.

Madre Speranza, fondatrice delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, raccontò di aver visto Padre Pio, per un anno intero, tutti i giorni a Roma. Sappiamo benissimo che il Padre non è mai stato a Roma, se non una volta per accompagnare la sorella che aveva deciso di entrare in monastero di clausura nel 1917. Era in bilocazione.

Padre Pio, in bilocazione, servì la Messa al primate d’Ungheria, in carcere, a Budapest, nel 1956. Qualcuno, venuto a conoscenza dell’episodio chiese: “Padre Pio, voi gli avete servito la Messa e gli avete parlato, ma allora, se siete stato in carcere, l’avete veduto” – “Certo, se gli ho parlato l’avrò anche veduto…” rispose Padre Pio.

Il vescovo che il 10 agosto 1910, nella cattedrale di Benevento aveva ordinato sacerdote Padre Pio, venne preparato alla morte da Padre Pio che, in bilocazione, era andato a fargli visita.

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