
Pare che la battaglia di Jim Carrey contro il progresso tecnologico non cessi e, questa volta, le sue osservazioni si sono rivolte proprio contro Facebook.
Si è appurato, su più fronti e non è certo un segreto, che i Social, inventati con l’ambizioso scopo di mettere in contatto, tra di loro, persone di parti lontanissime del pianeta (scopo, tra l’altro, raggiunto), siano utilizzati anche per la diffusione di pratiche illecite e per la pubblicazione di foto, video, notizie private di chiunque, violando le più basilari norme sulla privacy e il rispetto.
Si sa, per questo, che ciò che è davvero urgente è l’educazione al progresso, all’uso corretto anche dei Social, dunque, come a quello dei telefonini di nuova generazione, pure criticati da Carrey, perché utilizzanti delle metodologie invadenti per i privati cittadini, come il riconoscimento facciale, etc.
Carrey, ora, ha chiuso il suo account, come se, nascondere la mano che ha tirato il sasso, potesse bastare; meglio puntare, invece, sulla conoscenza dei fatti, per potersene difendere.
In questo caso, infatti, l’accusa rivolta ai Social è di influenzare subdolamente gli utenti. Precisamente, Carrey accusa Facebook di aver usato messaggi pubblicitari, per promuovere una campagna contro le elezioni presidenziali del 2016, voluta dalla Russia.
Come dargli torto?