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Intervista a Natuzza Evolo “la donna che parlava con la Madonna e gli Angeli”

VIBO VALENTIA – La notizia che i tantissimi devoti di Natuzza Evolo attendevano è arrivata: è iniziato il processo di canonizzazione della mistica calabrese. Ad annunciarlo è stato monsignor Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, che ha celebrato nella frazione  Paravati di Mileto, nel Vibonese, la messa celebrativa del quinto anniversario della morte di Natuzza. Nell’occasione, il vescovo ha spiegato che allo scopo è stato nominato il postulatore della causa nella persona di don Enzo Gabrieli, presbitero dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano della diocesi di Cosenza.

Molti fenomeni straordinari hanno accompagnato la vita della mistica calabrese le visioni della Madonna, degli Angeli dei Santi e dei defunti del purgatorio e del paradiso. Il rivere la passione di Cristo in prossimità della Pasqua, le sudorazioni di sangue e tanti altri doni che il Signore le ha concesso permettendogli di aiutare le tante persone che a lei si rivolgevano.

Le sudorazioni di sangue si sono poi protratte per tutta la sua vita, lasciando fortissime testimonianze e messaggi: i fazzoletti usati per asciugare queste fuoriuscite miracolosamente riportavano frasi in latino, greco antico ed immagini sacre.

Una sera, tornando verso casa, le si presentò per strada un frate domenicano dall’aspetto austero, con la sommità del capo rasata, il quale si rivelò essere San Tommaso d’Aquino, che le disse: “Ti benedico, da oggi in poi vedrai sempre più spesso i defunti”.

Come contropartita al gran dolore fisico che provava sulla sua pelle Natuzza aveva la facoltà di compiere “viaggi in spirito”, vale a dire aveva il dono della bilocazione: fisicamente stava in un luogo ma con la mediazione degli angeli custodi poteva compiere missioni altrove. Poteva avere rapporti spirituali con i Santi, tra i quali Padre Pio da Pietralcina che gli fu vicino nel momento in cui Natuzza si trovò in agonia. Era veggente e conosceva gli eventi in anticipo e aveva il dono del consiglio.

La cosa che più colpiva di Natuzza era la sua umiltà e la sua obbedienza assoluta alla madre Chiesa, rimane celebre questa sua frase io sognu nu verma de a terra (io sono un verme di terra). Tutto quello che io faccio viene dal Signore è un suo dono io non sono altro che un servo inutile e dannoso come diceva San Francesco. Tutto questo viene rivelato nel video.

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