Inferno della pedofilia e perdono del cuore
Innamorato di Cristo, padre di cinque figli, uomo ormai maturo e felice del suo apostolato, Daniel Pittet, ha pubblicato, a sorpresa di molti, all’inizio di questo anno in versione italiana, la sua storia. Ragazzo sballottato di istituto in istituto, trova un sacerdote gentile che lo invita ad andare con lui in convento. Subito inizia l’inferno di orrori. È ripetutamente violentato sessualmente dal frate che lo aveva accolto con tanta apparente generosità… La sua vita per moltissimi anni, durante gli abusi e dopo, è stata un vero inferno. Solo il perdono lo ha guarito.
Papa Francesco si commuove
Prefazione al libro
“Per chi è stato vittima di un pedofilo è difficile raccontare quello che ha subito, descrivere i traumi che ancora persistono a distanza di anni.
Per questo motivo la testimonianza di Daniel Pittet è necessaria, preziosa e coraggiosa.
Sono felice che altri possano leggere oggi la sua testimonianza e scoprire a che punto il male può entrare nel cuore di un servitore della Chiesa.
Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato «un sacrificio diabolico», che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa? Alcune vittime sono arrivate fino al suicidio. Questi morti pesano sul mio cuore, sulla mia coscienza e su quella di tutta la Chiesa. Alle loro famiglie porgo i miei sentimenti di amore e di dolore e, umilmente, chiedo perdono.
Si tratta di una mostruosità assoluta, di un orrendo peccato, radicalmente contrario a tutto ciò che Cristo ci insegna. Gesù usa parole molto severe contro tutti quelli che fanno del male ai bambini: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare» (Matteo 18, 6).
Nella disgrazia, Daniel Pittet ha potuto incontrare anche un’altra faccia della Chiesa, e questo gli ha permesso di non perdere la speranza negli uomini e in Dio. Ci racconta anche della forza della preghiera che non ha mai abbandonato, e che lo ha confortato nelle ore più cupe.
Ringrazio Daniel perché le testimonianze come la sua abbattono il muro di silenzio che soffocava gli scandali e le sofferenze, fanno luce su una terribile zona d’ombra nella vita della Chiesa.
Aprono la strada a una giusta riparazione e alla grazia della riconciliazione, e aiutano anche i pedofili a prendere coscienza delle terribili conseguenze delle loro azioni.
Prego per Daniel e per tutti coloro che, come lui, sono stati feriti nella loro innocenza, perché Dio li risollevi e li guarisca, e dia a noi tutti il suo perdono e la sua misericordia.” Papa Francesco il 6-12-2016
Shamaysan