Imam salva la vita a 262 cristiani: “Non sparate sono tutti islamici”

Imam salva la vita a 262 cristiani: "Non sparate sono tutti islamici"Un Imam la cui identità non è stata svelata per ragioni di sicurezza ha rischiato la propria vita per salvare quella di 262 persone di fede cristiana che si nascondevano nella sua moschea dopo l’inizio degli scontri tra i pastori Fulan e le comunità agricole del Plateau (stato centro settentrionale della Nigeria). A raccontate l’accaduto ai media locali è stato lo stesso religioso spiegando che in quel momento non ha pensato nemmeno un’istante alle conseguenze del suo gesto, gettandosi in ginocchio davanti agli uomini armati e dicendo loro: “Sono tutti musulmani”.

Nelle ultime settimane gli scontri tra i Fulan (popolazione nomade composta principalmente da pastori) ed alcune tribù sedentarie del Plateau tra cui quelle di Barikin Ladi sono diventati più violenti ed i contadini sono cominciati a scappare dai propri villaggi in cerca di un luogo sicuro in cui rifugiarsi. L’imam ha notato che donne e bambini erano in fuga ed ha deciso di nasconderli in casa sua. Dopo qualche giorno ha pensato che la sua moschea a Nghar Yelwa sarebbe stato un luogo più confortevole e sicuro della sua abitazione così ha deciso di nasconderli lì.

Imam salva la vita a 262 cristiani: le ragioni degli scontri

Nonostante le precauzioni prese, domenica scorsa degli uomini armati sono entrati dentro la moschea alla ricerca di cristiani da giustiziare. L’Imam si è immediatamente frapposto tra gli uomini armati ed i rifugiati, riuscendo a convincerli che quelli dentro la sua moschea erano tutti fedeli musulmani. Alcuni degli uomini salvati dal religioso hanno parlato di una situazione critica in cui ci sono continue azioni di giustizia sommaria con cadaveri di uomini ammucchiati in fosse comuni.

Gli scontri tra nomadi e contadini sono una realtà che dura da circa 10 anni in Nigeria, ma pare che nelle ultime settimane ci sia stato un incremento della violenza dopo 3 anni di relativa pace tra le varie comunità. Secondo i media la ragione di questo ritorno alla violenza non sarebbe legato a questioni religiose ma politiche, visto che a febbraio del prossimo anno ci sono le elezioni e l’attuale presidente è criticatissimo perché incapace di gestire la situazione.

Luca Scapatello

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