Il Santuario della Madonna della Guarigione nella suggestiva Courmayeur

Il caratteristico Santuario della Madonna della Guarigione sorge sul ghiacciaio della Brenva, lungo la strada per la Val Veny, in Valle d’Aosta.

Questa zona, grazie alla presenta di questo suggestivo santuario, già nel Seicento era nota per essere centro di numerose guarigioni miracolose. Il Santuario di Notre Dame de la Guerison, della Madonna della Guarigione, trae infatti il suo nome dalla statua onsiderata miracolosa. Che scampò alla distruzione della chiesa con l’avanzamento del ghiacciaio.

Il Santuario tra escursioni e passeggiate favolose

Visitare questo santuario permette infatti di godere di una delle visite più suggestive a cui si possa partecipare in questa incantevole zona d’Italia. Tra escursioni e passeggiate immersi nei favolosi scenari della vallata valdostana, una tappa al Santuario della Madonna della Guarigione permetterà di godere di una pausa spirituale. In cui elevare le proprie preghiere a Maria.

Alle pareti, a testimonianza dell’eccezionalità del luogo, si trovano infatti numerosi ex voto. In ognuno di questi c’è una storia, una vita e una persona che ha chiesto aiuto e protezione alla Vergine. Che prontamente ha risposto ai suoi figli che tanto la amano.

Le benedizioni della Madonna della Guarigione di Courmayeur

Numerosi alpinisti sono scampati ai pericoli di queste piste e alle insidie delle risalite. Ad esempio del Monte bianco. O durante gli attraversamenti dei tanti valichi. Proprio grazie alla protezione della Vergine della Guarigione di Courmayeur.

La chiesa sorga a 1440 metri, e sia Papa Giovanni Paolo II che Papa Benedetto XVI amavano trascorrere le loro vacanze a Les Combes. Proprio in queste terre, è proprio il caso di dirlo, benedette. In questo luogo, inizialmente, vi era solamente una croce. Nel 1690 la statua di Maria fu posta in una nicchia, prima della costruzione del primo oratorio nel 1753.

Il miracolo della statua e la Madonna che protegge i suoi figli

Nel 1782 ci fu l’edificazione del nuovo edificio e i pellegrini poterono celebrare Messa in questo luogo dal 1792, quando la piccola chiesa fu benedetta. Prima che questa venisse poi distrutta nel 1819 a causa dell’avanzamento dei ghiacciai.

Preghiera Maria Coronavirus

In quella occasione la statua della Vergine rimase miracolosamente intatta, e tutt’ora è possibile rivolgerle le proprie preghiera dentro la chiesa che, nel 1850, a causa della crescita del numero dei pellegrini, fu perciò ampliata fino a raggiungere l’attuale aspetto, con la pianta a forma di croce latina.

L’interno del santuario della Madonna della Guarigione

Gli altari sono eseguiti dallo scultore Fumasoli di Lugano, e lì si conservano dipinti di Giuseppe Stornone, a testimonianza della intensa devozione che nei secoli ha caratterizzato il rapporto dei fedeli del territorio con la venerata Vergine. Alle pareti, dentro la chiesa, quadri, tavole, stampelle, doni e numerosii ex-voto lasciati dalle persone che hanno ricevuto le Grazie della Vergine.

Il modellino di argento in miniatura della “Stella polare”, la nave della prima spedizione italiana al polo nord, è una piccola perla del santuario, che i reduci portarono in dono in questo luogo il 23 giugno 1901.

La misteriosa pergamena proveniente dal Cielo che la Madonna ha donato alla veggente Mirjana di Medjugorje

L’apertura estiva del santuario

La statua della Vergine, settecentesca, raffigura la Madonna in piedi con uno scettro nella destra e sul braccio sinistro il Bimbo con il globo nella mano. Nel 1977 purtroppo la statua originale fu rubata, ed oggi è presente solamente una copia.

Il santuario nel periodo invernale resta tuttavia chiuso, e riapre il 2 luglio per la Festa Patronale la Visitazione della Vergine a santa Elisabetta, per la tradizionale messa dedicata alle guide di Courmayeur, notoriamente e tradizionalmente devote alla Madonna del santuario.

L’orario estivo del Santuario, nei mesi cioè di luglio e agosto, feriale e festivo è dalle ore 11.00 alle 17.00, e un cappellano è fisso nella chiesa per chi desidera confessarsi.

Giovanni Bernardi

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