Il monastero di Subiaco costruito nel Sacro Speco, luogo in cui San Benedetto aveva vissuto è una complessa opera architettonica che unisce il luogo di culto alla natura.
Difficile, per chi non l’ha visitato di persona, poter comprendere le complesse emozioni che una struttura come il Monastero costruito in onore di San Benedetto a Subiaco all’interno di una cavità sospesa, una grotta, tra il monte Taleo ed il fiume Aniene (nel Lazio, in provincia di Roma). Basta questa descrizione per far comprendere come la locazione scelta per questo monastero susciti una certa fascinazione sul viandante che se lo ritrova dinnanzi e pure le parole non bastano a comunicare le emozioni che tale imponente complesso suscita nell’animo di chi lo visita al suo interno.
Costruito in prima istanza nell’XI secolo (periodo in cui è stata ultimata la parte inferiore del monastero) è stato completato nel XIV secolo con l’aggiunta della parte superiore, assumendo l’aspetto che ha tutt’oggi, quanto meno esteriormente. All’interno vi si trovano in un complesso labirinto di corridoi e cellette diversi affreschi ed opere d’arte che risalgono ad epoche differenti: vi sono affreschi di stile bizantino che decorano la nuda roccia, un dipinto raffigurante San Francesco (1233) a cui si aggiungono gli affreschi della chiesa superiore ad opera della scuola senese umbro marchigiana che decorano la Cattedrale superiore ed altri ambienti. La bellezza dei dipinti e delle costruzioni architettoniche si fondono con la perfezione della natura (alcuni delle pareti sono rimaste quelle originarie della grotta), il tutto permette al visitatore di provare una sensazione di connubio uomo natura senza eguali che trasmette un senso di appagamento e rilassamento unici.
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Luca Scapatello
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