Il Ramadam entra nella parrocchia di Comasina, i cittadini insorgono

Sabato sera è stato celebrato all’interno dell’oratorio di piazza Gasparri l’avvento dell’iftar, fase della giornata che interrompe il digiuno per i fedeli musulmani durante il Ramadam. All’interno della parrocchia è stato dato spazio ai fedeli musulmani per pregare e poi tutti assieme (islamici e cristiani) hanno festeggiato la rottura del digiuno. Prima del banchetto è stata tenuta una fase di riflessione inter-religiosa in cui i presenti si sono soffermati a pensare ai perché del digiuno nelle religioni, ai bambini che recitano il corano ed alla preghiera Al-Magrheb. All’iniziativa proposta dall’associazione Acli hanno aderito un imam ed un parroco, il tutto si è svolto all’insegna dell’ecumenismo e del rispetto reciproco e si è concluso con una cena a base di sapori arabi ed africani. Acli ed i partecipanti all’iniziativa, hanno trovato questo momento di condivisione molto costruttivo, utile a stabilire un rapporto con i tanti (3200 su 10.000) abitanti del quartiere di origine straniera, ma non tutti la pensano allo stesso modo.

Ramadam ed Iftar nella parrocchia: le polemiche

Non tutti gli abitanti del quartiere hanno gradito l’iniziativa di Acli in favore dell’integrazione dei musulmani del quartiere, in molti, infatti, hanno cominciato a lamentarsi del fatto che è stato permesso loro di pregare all’interno di un luogo sacro appartenente alla Chiesa cattolica. A supportare la polemica dei cittadini ci ha pensato il consigliere comunale di Forza Italia, Gabriele Legramandi, il quale seppur si definisca a favore del dialogo e dell’integrazione ritiene l’iniziativa provocatoria: “ L’Acli può fare quello che vuole, ma qui sono stati concessi locali che sono di tutta la comunità parrocchiale, senza neanche un incontro preparatorio. Più che dialogo sembra una provocazione”.

D’accordo con le parole del consigliere è anche il capogruppo comunale e regionale di FI, Gianluca Comazzi, il quale parla di paradosso in un quartiere in cui ci sono tanti giovani ed anziani che hanno bisogno di aiuto e sono privi di un luogo di ritrovo. Ma Comazzi va oltre e aggiunge qualche dubbio sulla provenienza dei fondi utilizzati per finanziare l’iniziativa dell’Acli: “Tra l’altro, l’iniziativa è promossa con i fondi che l’Acli ricava dal 5×1000; lo sanno i cattolici milanesi che le loro offerte vengono usate per promuovere iniziative di un’altra religione?”.


Luca Scapatello

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