L’arcivescovo di Vrhbosna (Bosnia Erzegovina), il cardinale Vinko Puljić, sarebbero circa 10 mila i cattolici che abbandonano il Paese a causa delle discriminazioni. Questo ha spiegato in un’intervista ad ‘Aiuto alla Chiesa che soffre‘ che la causa di questa discriminazione è frutto della guerra civile del 1992-1995 e che da quasi 20 anni, nonostante la guerra sia conclusa, la situazione non è mai cambiata: “Durante la guerra e non, la maggior parte dei cattolici è stata espulsa dalle loro case e c’è stata una grande quantità di distruzione e saccheggi che hanno costretto almeno 250 mila fedeli, circa la metà dei cattolici del paese, a diventare o vivere da rifugiati”.
In Bosnia, infatti, i cattolici sono solo la minoranza (14,3%) e sono tutti di nazionalità croata, mentre la maggior parte della popolazione è formata da bosgnacchi (il 48%, quasi tutti di fede musulmana) e da serbi (il 37.1%, per lo più di fede ortodossa). L’arcivescovo spiega che sebbene i trattati di Daytona prevedessero il rientro dei cattolici espulsi dal paese durante la guerra e la restituzione dei beni confiscati loro, questo non si è mai verificato in pratica. A questo si aggiungerebbe una discriminazione ad ogni livello che non può essere contrastata senza l’appoggio delle altre parti: “La minoranza cattolica si trova a vivere nel mezzo della maggioranza formata dagli altri gruppi etnici e questa discriminazione è espressa in termini politici e amministrativi e soprattutto in materia di occupazione”.
L’esodo dei croati comporta che presto o tardi la Bosnia sarà priva dei fedeli cattolici e che, quindi, anche la diocesi scomparirà. L’unico elemento positivo per i cattolici è la presenza di Medjugorje, fonte di speranza e rinnovamento della fede che vede ogni anno l’arrivo di milioni di cattolici. Ciò non toglie che se le condizioni lavorative non miglioreranno i cattolici scompariranno dalla Bosnia, anche se la speranza e la fiducia in un cambiamento è molto forte, grazie proprio all’apporto del paese delle apparizioni mariane: “La messa domenicale e i nostri pellegrinaggi sono un’importante fonte di forza, e quest’anno abbiamo segnato il centenario delle apparizioni di Fatima consacrando ogni parrocchia e l’intera arcidiocesi alla Madre di Dio”.
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