L’ ira è uno dei sette Vizi Capitali, quello che ci fa perdere il lume della ragione, che ci acceca con la rabbia e ci fa esplodere con modi ed espressioni irrazionali, dure, violente, minacciose, solo per mostrare e comunicare il nostro dissenso, per una certa situazione o persona.
Ed è sempre frutto di un malessere dell’amina, che si risveglia ad certo stimolo esterno e, puntualmente, mostra una ferita che sanguina e che un timer ha riaperto, anche senza che noi ne siamo immediatamente consapevoli.
Per questo motivo, l’ ira è un Vizio molto pericoloso, poiché è la risposta immediata e cruenta dei nostri sensi, per nascondere e camuffare le proprie debolezze dello spirito, quelle che non vogliamo vedere o lasciare andare, perché è troppo doloroso affrontarle; quelle che non vorremmo che nessuno toccasse mai, nemmeno con le parole.
L’ira, così, richiama alla mente, anzi ai sensi più primordiali, qualcosa di antico, radicato in noi e fonte di aggressività, qualcosa che ha la capacità di renderci delle bestie iraconde.
L’ira fomenta le nostre frustrazione ed è per quello che è considerato un Vizio da “curare”, perché ci induce ad attaccare, per non essere smascherati, nell’intimo del nostro errore.
L’ira ci abbaglia, ci fa travisare la realtà vera e ce ne mostra una, che abbiamo intenzione di fare a pezzi, di annientare, di disintegrare, come se fosse, quella, la risposta risolutiva alla nostra devastante e prorompente angoscia.
Chi è preda di questo Vizio Capitale può diventare molto temibile e, soprattutto, aggredire per un non nulla l’oggetto o il soggetto su cui, in quel momento, si dirige quella collera assurda.
Purtroppo, le pagine di cronaca nera sono piene zeppe di situazioni del genere, che vedono come vittime i parenti prossimi: le moglie, i figli, i genitori, gli amici che sembrano -per l’assassino- causa principale del suo male.
Antonella Sanicanti
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