Il “profumo di Dio” rischia di sparire per sempre dalla faccia della terra

Il rischio inimmaginabile che possa sparire per sempre dalla faccia della terra ciò che fin dall’inizio della cristianità rende possibile odorare il profumo di Dio.

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Stiamo parlando infatti dell’incenso, messo a repentaglio da guerre e traffici sporchi. L’allarme è stato lanciato da una rivista specializzata, “Nature Sustainability”, e ripreso in Italia dall’agenzia Agi.

Il rischio che l’incenso possa sparire dalla Terra

Il rischio è che presto possa non esistere più la resina naturale della Boswellia Sacra che fin dall’alba dei tempi simboleggia la divinità, e che con l’avvento della cristianità ha assunto un ruolo fondamentale per la liturgia.

Da sempre infatti l’incenso rende sublime ciò che è materiale o persino ignobile. Capace di elevare l’umanità verso la trascendenza, la sua permanenza tra di noi non è per nulla scontata. Nei salmi gli incensi sono equiparati alla preghiera, e i tre magi lo portarono in dono al Signore Gesù in occasione della sua nascita.

Nei Paesi in cui viene prodotto imperversa la guerra

Il problema, però, è che oggi se ne consuma troppo e si produce sempre meno, quasi a stento. Seconda la rivista, sarebbe quasi solo una questione di tempo, forse qualche decennio. Attualmente l’incenso viene prodotto in Somalia, Yemen, Etiopia, Sudan e India settentrionale.

Tutti Paesi dove, purtroppo, la guerra imperversa e produce le sue conseguenze nefaste. Negli stessi Paesi, i campi di incenso vengono distrutti, i raccolti bruciati, e gran parte del commercio avviene in nero a favore di gruppi di criminalità organizzata locale.

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Le previsioni catastrofiche a cui è bene porre rimedio

Per questo, secondo queste previsioni, la diminuzione della disponibilità di incenso sarà giorno dopo giorno sempre meno. Per questo è necessario che ci si sbrighi al più presto nel trovare rimedio.

Secondo un biologo americano, scrive l’Agi, basterebbe “ripristinare, per evitare il peggio, una sorta di controllo sulla catena di produzione”. Tracciare la provenienze prodotti e l’eventuale sostituzione della coltura di dubbia eticità con una produzione autogestita. Altrimenti finirà che su questa terra si rischierà di non avere più traccia del “Profumo di Dio”.

Giovanni Bernardi

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