Giubileo dei poveri, Papa Leone XIV: sviluppiamo la cultura dell’attenzione per vincere la solitudine

Papa Leone XIV alla Messa per il Giubileo dei poveri ha ricordato che Dio ci ama di amore eterno e che bisogna rompere la solitudine con la cultura dell’attenzione.

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Papa Leone XIV alla Messa per il Giubileo dei poveri – Foto Youtube @vaticanmedialive – lalucedimaria.it

Questa domenica, 16 novembre, in occasione del Giubileo dei poveri, papa Leone XIV ha celebrato la Santa Messa nella Basilica di San Pietro e ha mezzogiorno ha poi recitato l’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico.

Ll’omelia del pontefice, guardando a queste ultime domeniche dell’anno liturgico che ci sollecitano a guardare la storia nei suoi esiti finali, in cui partendo dalla prima lettura, in cui l’arrivo di un sole di giustizia fa sì che “le speranze dei poveri e degli umili riceveranno dal Signore una risposta ultima e definitiva“. Il papa spiega che “dove sembrano esaurirsi tutte le speranze umane si fa ancora più salda l’unica certezza, più stabile del cielo e della terra, il Signore non farà perire neanche uno dei capelli del nostro capo“.

Papa Leone XIV al Giubileo dei poveri: “Dio ci ama di amore eterno”

Dio non ci lascia mai soli in tutte le sofferenze, persecuzioni, fatiche e problemi della vita. Tutta la Scrittura, spiega il Santo Padre, mostra come Dio sia sempre dalla parte del più piccolo, dell’orfano, dello straniero, della vedova, del povero. Nella celebrazione del Giubileo dei poveri papa Leone ha voluto ricordare a tutti “le parole irrevocabili dello stesso Gesù: Dilexit te, io ti ho amato“, perchè “a fronte della nostra piccolezza, Dio ci ama come nessun altro e ci ama di amore eterno“.

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La Messa per il Giubileo dei poveri nella Basilica di San Pietro – Foto Youtube@vaticanmedialive – lalucedimaria.it

Il pontefice afferma che la Chiesa vuole essere madre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustizia, in questo tmepo di nuove e vecchie povertà che opprimono il nostro mondo. Non si tratta soltanto di povertà materiali, ma anche “spirituali e morali, che riguardano soprattutto i più giovani“, sottolinea. E, “il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine“. I poveri sono “la stessa carne di Cristo e non una categoria sociologica” ha ricordato il papa.

L’importanza di sviluppare la “cultura dell’attenzione”

Papa Leone è stato molto chiaro nell’analizzare la situazione attuale della società e i suoi bisogni: “è una cultura dell’attenzione che dobbiamo sviluppare proprio per rompere il muro della solitudine” ha detto. Essere attenti all’altro, a ciascuno, proprio nel posto in cui ci si trova, a cominciare dall’ambiente familiare per poi portare attenzione sul luogo di lavoro e in ogni ambito di frequentazione, compreso il mondo digitale.

Bisogna spingersi fino ai margini per “diventare testimoni della tenerezza di Dio“. Se gli scenari di guerra presenti in varie parti del mondo sembrano confermarci in uno stato di impotenza, dice il papa, “la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia non potrà cambiare“. Ma, sottolinea il pontefice, “proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci“.

La Chiesa deve essere in mezzo ai poveri segno vivo di questa salvezza perchè la povertà interpella i cristiani. Allo stesso modo, però, dice il papa, interpella coloro che nella società hanno ruoli di responsabilità. “Esorto perciò i capi degli Stati, i responsabili delle Nazioni, ad ascoltare il grido dei più poveri. Non ci potrà essere pace senza giustizia“, afferma.

Per questo ha esortato a cercare il Regno di Dio che implica il desiderio di trasformare la convivenza umana in uno spazio di fraternita. Perchè “non dobbiamo vivere una vita ripiegata su noi stessi, e in un intimismo religioso, che si traduce nel disimpegno nei confronti degli altri e della storia“. Ha ricordato San Benedetto Giuseppe Labre, patrono dei poveri, come modello a cui ispirarsi.

Angelus: riconsegna dell’esortazione apostolica Dilexit te

Alle ore 12, nella consueta recita dell’Angelus, papa Leone, ha ricordato di non temere e confidare nel Signore senza perdere mai la speranza quando giungono notizie di conflitti e persecuzioni.  I cristinai sono chiamati a dare testimonianza alla verità che salva il mondo.

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Angelus di papa Leone XIV – Foto Youtube@vaticanmedialive – lalucedimaria.it

I disastri  e i dolori della storia hanno un termine, mentre è destinata a durare per sempre la gioia di coloro che riconoscono in Lui il Salvatore“, ricorda il papa. Sono soprattutto i martiri a ricordarci, ha aggiunto, “che la grazia di Dio è capace di trasfigurare perfino la violenza in segno di redenzione“.

Il pensiero del Santo Padre si è rivolto ai cristiani perseguitati nel mondo, in particolare in Nigeria, Mozambico, Sudan. in cui ci sono attacchi violenti alle comunità. Ha ricordato in particolare la situazione nel Congo dove proprio in questi giorni è avvenuto un massacro.

Un pensiero è stato anche per Kiev in cui ultimamente ci sono state vittime e feriti. “Non possiamo abituarci alla guerra e alla distruzione”, ha detto. Infine, in questa giornata ha voluto riconsegnare l’esortazione apostolia Dilexit te, sull’amore verso i poveri. Il documento, che papa Francesco stava completando nei suoi ultimi mesi di vita e che papa Leone ha portato a compimento.

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