Papa Leone XIV questa mattina ha presieduto la Messa per il Giubileo delle missioni e dei migranti al termine della quale ha recitato l’Angelus dicendo che “oggi le frontiere di missioni non sono geografiche”.

In una piazza San Pietro nuvolosa con una leggera pioggia papa Leone XIV stamattina, 5 ottobre, ha celebrato la Santa Messa in occasione del Giubileo del mondo missionario e dei migranti. Il pontefice ha analizzato la situazione attuale e ha fatto delle importanti esortazioni illustrando come deve essere la missione al giorno d’oggi.
Ha evidenziato come questa giornata sia la ricorrenza giusta per rinnovare in noi la coscienza della vocazione missionaria “che nasce dal desiderio di portare a tutti la gioia e la consolazione del Vangelo, specialmente a coloro che vivono una storia difficile e ferita“.
Giubileo del mondo missionario e dei migranti: le parole di papa Leone XIV nell’omelia della Messa
Il pensiero del Santo Padre va subito ai fratelli migranti, a tutti coloro che hanno dovuto lasciare la loro terra spesso lasciando i loro cari e “attraversando le notti della paura e della solitudine, vivendo sulla propria pelle la discriminazione e la violenza“.

Riprendendo le parole di papa Francesco, ha ricordato come ha Chiesa deve uscire ad annunciare il Vangelo a tutti, “in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura“. Di fronte a tanto dolore, nel vedere il male che imperversa, papa Leone ha ricordato che l’uomo spesso si pone la domanda su dove sia Dio, perchè non interviene, perchè tace.
Riporta a questo proposito il pensiero di papa Benedetto XVI, che aveva risposto a questo interrogativo umano durante la sua storica visita as Auschwitz affermando che il silenzio di Dio lacera l’anima dell’orante, che chiama e non trova risposta. Ma anche se tace, come Dio ricorda al profeta Abacuc, tutta la sofferenza avrà un termine, perchè la salvezza verrà.
La missione oggi al di là delle frontiere geografiche
Papa Leone ha evidenziato che oggi “siamo chiamati a rinnovare in noi il fuoco della vocazione missionaria“, riprendendo ancora una volta le parole dei suoi predecessori, in questo caso di papa Paolo VI. Analizzando il tempo attuale, che, come ha detto, è “un periodo straordinario della storia umana, un tempo senza precedenti, in cui a vertici di progresso mai prima raggiunti si associano diu perplessità e di disperazione, anch’essi senza precedenti“.
È un’epoca missionaria nuova, quella che si apre oggi nella Chiesa, dice il papa. Se per lungo tempo alle missioni è stato associato il movimento verso terre lontane in cui andare ad annunciare il Vangelo, adesso non è più così. “Oggi le frontiere della missione non sono più quelle geografiche” ha sottolineato Leone XIV. Il riferimento è chiaramente ai migranti che vengono verso di noi per cercare una vita migliore.
Fuggono dal dramma della violenza e delle sofferenza, anche con pericolose traversate in mare, con terrore e speranza insieme. “Non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stgma della discriminazione“, esorta il papa. Bisogna “annunciare Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà”, afferma.
Specifica che per questo serve cooperazione missionaria e vocazione: la prima anche tra le chiese, e la presenza di fratelli e sorelle del Sud del mondo deve essere colta come un’opportunità, uno scambio che rinnovi il volto della Chiesa, per un cristianesimo più aperto e più vivo.
“La dignità umana sempre al primo posto”
Dopo la celebrazione eucaristica, prima della recita dell’Angelus, papa Leone ha ribadito ulteriormente che in relazione ai migranti, va messa “al primo posto, sempre, la dignità umana“. Ha poi ricordato la popolazione colpita dal forte sisma di martedì 30 settembre nella regione centrale delle Filippine, a cui ha espresso la sua vicinanza.
Ha poi manifestato la sua preoccupazione per l’insorgenza dell’odio antisemita nel mondo come si è visto con l’attentato terroristico a Manchester avvenuto pochi giorni fa. Non ha mancato di esprimere il suo dolore per la sofferenza del popolo palestinese a Gaza ed ha auspicato che i significativi passi che si stanno compiendo in queste ore per il raggiungimento di un accordo di pace possa siginificare un “cessate il fuoco” e il rilascio degli ostaggi.
Nel ricordare che oggi, prima domenica di ottobre, presso il santuario di Pompei a mezzogiorno si recita la supplica alla Madonna del Rosario, ha esortato a pregare per la pace e ha ringraziato i bambini che lo stanno facendo con la preghiera del rosario.