L’aborto come un nuovo sterminio
L’aborto come un nuovo Olocausto. Una denuncia già segnalata in diverse occasioni da Giovanni Paolo II e riproposta nel suo ultimo volume. Il papa richiama “la grande eruzione di male” di oggi. Così come Hitler “aveva raggiunto il potere per vie democratiche”, anche nei Parlamenti eletti
democraticamente “permane lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati. E questa volta – scrive il papa – si tratta di uno sterminio deciso addirittura da Parlamenti nei quali ci si appella al progresso civile delle società e dell’intera umanità”.
Un richiamo forte e diretto all’aborto paragonato allo sterminio degli ebrei. Ma la denuncia non si ferma al caso dell’aborto. “Penso – scrive il pontefice – alle forti pressioni del Parlamento europeo perché le unioni omosessuali siano riconosciute come una forma alternativa di famiglia a cui competerebbe anche il diritto di adozione. È lecito e anzi doveroso porsi la domanda – denuncia Wojtyla – se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l’uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell’uomo”. Ma perché tutto ciò può accadere? si domanda il pontefice: “Questo avviene perché è stato respinto Dio quale creatore, e perciò quale fonte della determinazione di ciò che è bene e di ciò che è male”. Nel proseguo del libro, il papa torna sul tema dell’aborto: “Se da un lato l’Occidente continua a dare testimonianza dell’azione del fermento evangelico, dall’altro non meno forti sono le correnti dell’anti-evangelizzazione”, tra cui “i divorzi, l’amore libero, l’aborto, l’anticoncezione, la lotta contro la vita nella fase iniziale come in quella del tramonto, la sua manipolazione”. “Dinanzi a tutto ciò – aggiunge il Pontefice – ci si può legittimamente domandare se non sia questa un’altra forma di totalitarismo, subdolamente celato sotto le apparenze della democrazia”. E conclude: “Quando un parlamento autorizza l’interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro, commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa”.