Giovanni Paolo II: “L’uomo deve imitare Dio lavorando e riposando”

Nella splendida enciclica “Laborem Excens”, Giovanni Paolo II ricordava ai fedeli che il lavoro nobilita l’uomo, ma il riposo gli dona dignità.

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Il Santo Padre ricordava a tutti la necessità del giusto riposo, una pratica che lo stesso Dio ci ha insegnato nella creazione.

La necessità del riposo durante la settimana

Il lavoro è un’attività che permette all’uomo di nobilitarsi all’interno di una società. Rendendosi utile per gli altri, l’uomo trova un ruolo all’interno di una comunità e dona il proprio contributo affinché questa possa crescere. Al giorno d’oggi, però, il lavoro si è modificato ed ha assunto connotati che lo portano a differire da quella che era la sua funzione originaria. Nella sempre più caotica società moderna, infatti, il posto di lavoro non è un bene per tutti e molti lavoratori sono costretti ad accettare orari folli pur di ottenere una retribuzione.

Un tempo l’attività lavorativa era distribuita nel corso della settimana per un massimo di 46 ore, ma oggi sono sempre di più quelli che lavorano anche 10 ore al giorno (fino ad un massimo di 60 ore settimanali). Com’è possibile tutto questo? Semplice, l’aumento del lavoro da casa ha fatto sì che gli orari lavorativi e quelli dedicati alla famiglia si confondessero. Inoltre c’è da considerare gli straordinari richiesti e spesso condizione necessaria a mantenere il lavoro in fabbriche, fast food e negozi. Quand’è che l’uomo moderno si riposa? Difficile dirlo se si considera anche che la diffusione dei centri commerciali ha annullato la domenica come giorno di riposo.

Giovanni Paolo II: “Bisogna imitare Dio nel riposo”

Come spesso accade, le parole di Giovanni Paolo II a tal proposito sono ancora oggi attuali (come per il caso dei flussi migratori). Nell’enciclica ‘Laborem Exercens’, il Santo Padre ricordava ai fedeli l’importanza del riposo scrivendo: “Questa descrizione della creazione, che troviamo già nel primo capitolo del Libro della Genesi è, al tempo stesso, in un certo senso il primo ‘Vangelo del lavoro'”. Ma cosa può imparare il lavoratore di oggi dal libro della Genesi?

Nel prosieguo dell’enciclica il Papa spiegava che essa insegna all’uomo la dignità: “insegna che l’uomo lavorando deve imitare Dio”, quindi aggiunge: “L’uomo deve imitare Dio sia lavorando come pure riposando, dato che Dio stesso ha voluto presentargli la propria opera creatrice sotto la forma del lavoro e del riposo”. Giovanni Paolo II era conscio dell’importanza del giusto riposo notturno, di quello settimanale e di quello che ciascuno deve prendersi durante l’anno (le ferie). Senza riposo, infatti, il lavoro sarebbe fatto male e l’uomo andrebbe incontro ad un invecchiamento precoce.

Un secondo aspetto (ma non secondario) per cui il riposo è necessario riguarda lo spirito e gli affetti. Lavorando costantemente, infatti, l’uomo non avrebbe la possibilità di contemplare il divino e nutrire il suo spirito, ma non potrebbe nemmeno dedicare il giusto tempo alla famiglia. Nella stessa enciclica infatti si legge: “Esso deve lasciare uno spazio interiore, nel quale l’uomo, diventando sempre più ciò che per volontà di Dio deve essere, si prepara a quel «riposo» che il Signore riserva ai suoi servi ed amici”.

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Luca Scapatello

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