L’ex portiere del Milan e della nazionale campione del mondo nel 1982, Giovanni Galli, si è raccontato in un’intervista concessa a Giovanni Scifoni conduttore di ‘Beati Voi- Tutti Santi’, programma di testimonianze che va in onda ogni giovedì alle 21:05 su ‘Tv2000’. L’ex calciatore racconta del momento più difficile della sua vita, quello in cui ha dovuto dire addio a suo figlio Niccolò, morto nel 2001 per un terrificante incidente stradale a soli 17 anni.
Galli confessa che il dolore per la perdita del figlio è stata atroce e che senza la sua incrollabile fede non sarebbe riuscito a superarla: “Se non avessi avuto la fede, la convinzione che un giorno rivedrò mio figlio Niccolò, non ce l’avrei fatta. So che rincontrerò mio figlio Niccolò, anche se non so dove o come. Speriamo di riconoscerci”. Entrando maggiormente nel dettaglio, Giovanni spiega: “Dopo l’incidente di Niccolò due cose sono state fondamentali nella mia vita: il grande amore della mia famiglia e la fede. Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Se non avessi avuto questa grande fede e la convinzione di ritrovare e rivedere mio figlio sarebbe stato difficile convivere con questo dolore. Il dolore non passa mai, ci si può solo convivere”.
Il dolore è stato in un primo periodo parte integrante della sua vita, ma per orgoglio e per convinzione di dover essere l’appiglio per la moglie e le figlie non lo ha mai voluto mostrare: “Davanti a mia moglie e alle mie figlie volevo essere la persona alla quale loro potessero aggrapparsi e cercavo di non farmi vedere piangere. Mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia perché non volevo farlo davanti a loro. Ma è stato comunque un errore perché sia il dolore che la felicità devono essere condivise con tutti. A distanza di tempo mi sto portando dentro ancora tante ferite”.
Le parole dell’ex portiere sono molto toccanti e dimostrano una fede nel Signore che può essere solo ammirata. Ma chi pensa che il suo avvicinamento a Dio sia avvenuto sopratutto quando Niccolò è scomparso si sbaglia poiché questa lo ha accompagnato anche durante la sua lunghissima carriera professionale: “La domenica mattina dovunque fossi a giocare andavo a messa, mi sentivo di doverci andare, era una chiamata più forte di me. La fede è un qualcosa che ti senti dentro e andare a messa mi faceva sentire bene. Con la mia famiglia non siamo stati mai superficiali. Abbiamo sempre dato valore alla vita, alle cose e alle persone ma dopo la scomparsa di Niccolò qualcosa in più c’è stata”.
“Stringimi a te Signore”. Eleviamo la nostra preghiera della sera di oggi Lunedì chiedendo al…
La Madonna di El Viejo è venerata in tutto il Nicaragua. È la patrona del…
Nella solennità dell'Immacolata Concezione papa Leone XIV ha recitato l'Angelus in piazza San Pietro ricordando…
La depressione è un dramma oscuro che dilaga nella nostra società, così come la tentazione…
Nella Solennità dell'Immacolata Concezione si celebra il dogma che sancisce come la Beata Vergine Maria…
Meditiamo il Vangelo dell’8 dicembre 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla Parola…