Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole

032_danny_hahlbohm_coming_storm

La Creazione

La provvidenza di Dio si manifesta dall’inizio stesso della creazione dell’universo. Dio non volle crearlo perfetto e completo in se stesso. Volle creare un Universo in evoluzione costante, un universo in cammino permanente. Gli scienziati, che studiano l’evoluzione delle specie fino all’uomo, sono d’accordo nell’affermare che ci furono le condizioni adeguate per lo sviluppo della vita di animali superiori. La storia dell’evoluzione della terra è unica, qualsiasi altra alternativa avrebbe potuto sfociare in un fallimento o in una sterilità completa. Vediamo ciò che dice il grande astronomo gesuita, consigliere della Nasa e membro dell’Osservatorio del Vaticano, il padre Manuel Carreira: “Un fattore cruciale nella traiettoria della vita sulla terra è il processo catastrofico di estinzione che, in diverse occasioni, eliminò in poco tempo fino al 90% delle specie viventi sulla terra in un determinato momento. Si trovano indicazioni di cinque grandi momenti di estinzione negli ultimi cinquecento milioni di anni, approssimativamente, e in ogni caso l’evoluzione cambiò drasticamente direzione. Il caso più noto è quello della estinzione dei grandi rettili, da 75 milioni di anni. Se non fosse avvenuto ciò, molto difficilmente i mammiferi costituirebbero oggi la forma di vita più sviluppata… La linea evolutiva è stata unica. Non è possibile predire che qualcosa di simile si sarebbe potuto ripetere nella storia del pianeta… Qualsiasi modifica della storia del pianeta potrebbe aver dato come risultato la sua sterilità vitale o la limitazione di forme viventi”.

La terra, come lui stesso dice, è un pianeta privilegiato e non è possibile supporre che queste condizioni privilegiate, che si trovano qui, siano state date in altri luoghi dell’universo. Ad ogni modo, anche dal punto di vista scientifico, sembrerebbe certo che una mano superiore abbia diretto l’universo fino all’attuale presenza di vita sulla terra con i mammiferi e infine con l’uomo. Ora, per l’esistenza dell’uomo fu necessario un intervento speciale di Dio. Come disse papa Giovanni Paolo II ai membri dell’Accademia Pontificia delle Scienze, il 22 ottobre 1996: “Parlando dell’uomo ci incontriamo con una differenza di ordine ontologico, dinanzi ad un salto ontologico”. Per questo, dobbiamo chiarire che, sebbene il corpo umano possa essere frutto dell’evoluzione universale, cioè discendere da un primato sviluppato, bisogna ammettere che la sua anima non è frutto dell’evoluzione naturale, ma che è creata direttamente da Dio. “E Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò e lo fece maschio e femmina” (Gen 1, 27).

Dio creò l’uomo per farlo eternamente felice in Cristo e per Cristo. Perciò senza Cristo non ha senso la creazione. San Paolo dice molto bene: “In lui furono create tutte le cose del cielo e della terra… tutto fu creato per lui e da lui” (Col 1, 16). Così possiamo dire che la grande opera della creazione dell’universo incontra il suo senso più profondo in Gesù Cristo, in accordo al disegno che Dio nella sua provvidenza tracciò da tutta l’eternità.

La storia umana

Possiamo dire che la storia umana è diretta da due grandi forze: la provvidenza di Dio e la libertà dell’uomo. La provvidenza di Dio guida sempre ogni uomo verso il bene e la sua felicità, ma l’uomo con la sua libertà personale può accettare o rifiutare l’amore di Dio. Sant’Agostino, nella sua grande opera La città di Dio dice: “Due amori hanno costruito due città: la terrena, l’amore di se stesso, che arriva fino al disprezzo di Dio; e la celeste, l’amore di Dio che arriva fino alla disistima di se stesso. La prima si gloria di se stessa, la seconda si gloria nel Signore. Quella cerca la gloria umana; per questa, la massima gloria è Dio, testimone della sua coscienza”. (De civitate Dei 14, 28).

In un altro testo riafferma questa idea dicendo: “Due amori hanno costruito due città: Gerusalemme l’ha costruita l’amore di Dio. Babilonia l’amore di questo mondo.Veda poi, ciascuno quello che ama e troverà dove è cittadino, e se vedesse che è cittadino di Babilonia (che simboleggia le forze del male) estirpi la cupidigia e si incardini nella carità, e se vedesse che è cittadino di Gerusalemme (che simboleggia le forze del bene) sopporti la prigionia ed attenda la libertà” (Sal 64, 2; PL 36, 775).

Sant’Agostino non dimentica che l’umanità intera fu assunta da Cristo quando prese la natura umana, e per questo considera tutti gli uomini fratelli in Cristo. Alla fine dei tempi quando arriverà la fine del mondo, Cristo giudicherà tutte le nazioni e sarà la felicità degli eletti. Mentre quelli che lo rifiuteranno andranno a vivere eternamente con i demoni, poiché si costruirono il loro inferno, non avendo voluto amare e riempiendosi il cuore di odio e di malvagità. Dio rispetterà le loro decisioni.

Ma i buoni gioiranno eternamente. Precisamente le ultime parole del libro La città di Dio parlano del cielo dicendo: “Lì riposeremo e contempleremo, contempleremo e ameremo, ameremo e loderemo. Qui sarà la felicità senza fine”.

Nel libro dell’Apocalisse si prospetta anche la storia dell’umanità come una battaglia tra il bene ed il male. Alla fine Dio trionferà. Dice: “I morti vennero giudicati, ciascuno secondo le loro opere… La morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco” (Ap 20, 1215).

Pertanto la storia umana terminerà in due grandi blocchi, i buoni ed i cattivi, quelli che amano e quelli che non vogliono amare. I felici e gli infelici. A noi spetta la decisione finale. Dio ci ama così tanto da rispettare la nostra libertà anche se vogliamo odiarlo per tutta l’eternità. Ma lui, come un buon Padre, che sa tutto e desidera il nostro bene, ci guida amorevolmente verso il bene e l’amore, perché desidera vederci eternamente felici con lui in cielo. “Tutta l’umanità, in tutti i tempi, procede anche attraverso orrori ed errori, in un costante pellegrinare verso la grande luce di Gesù. Alla fine dei giorni, come direbbero i profeti dell’Antico Testamento, e cioè, in un futuro ancora lontano, l’umanità si troverà pregando e adorando, inginocchiata ai piedi della croce. Così inizierà il regno di Dio. Anche se sembra tardare, arriverà il Giorno del Signore”.

Impostazioni privacy