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Gerusalemme: la scoperta archeologica nel luogo in cui pregò Gesù

La recente scoperta archeologica ha portato alla luce un reperto importantissimo: a Gerusalemme, nel luogo in cui Gesù pregò prima dell’arresto, gli studiosi hanno rinvenuto un oggetto antichissimo.

Chiesa di tutte le nazioni (photo websource)

Spesso storia e archeologia vanno di pari passo, soprattutto quando si tratta di periodizzazioni remote, se non antichissime. In questo caso si può affermare con certezza questo binomio. Grazie all’accurato lavoro di un gruppo di archeologi, è stato rinvenuto a Gerusalemme un antichissimo oggetto. Si tratta, come riporta sputnik news, di un serbatoio d’acqua, utilizzato ai tempi per l’abluzione rituale. L’oggetto era comunemente conosciuto come “mikvah”.

Scoperta archeologica a Gerusalemme: la datazione

Gli archeologi sono piuttosto in accordo sulla datazione dell’importante rinvenimento. Dopo accurate analisi, hanno potuto confermare che il mikvah ritrovato risale ai tempi della permanenza di Gesù a Nazareth. Tra l’altro, dato molto importante, il reperto è stato scoperto proprio nel luogo in cui Gesù pregò per l’ultima volta, prima del fatidico arresto, che lo portò alla morte sulla croce, o meglio, alla salvezza dell’umanità.

L’occasione della scoperta

L’importante scoperta, a cui se ne affianca un’altra altrettanto suggestiva, è stata effettuata in occasione della costruzione del “Centro visitatori” della Chiesa di tutte le nazioni e del tunnel che collegherà tale centro alla valle di Kedron.

Ma abbiamo fatto riferimento a un altra scoperta, di che si tratta? A quanto pare, non troppo lontano dal luogo in cui è stato rinvenuto il serbatoio d’acqua utilizzato per l’abluzione rituale, gli archeologi hanno scoperto anche un tempio risalente al periodo bizantino. Gli storici sono d’accordo nel datare tale tempio al VI secolo d.C.

La Chiesa di tutte le nazioni

È altresì doveroso, in questa sede, fare un riferimento alla Chiesa di tutte le nazioni, dal momento che è stata menzionata. La Chiesa si trova, per l’appunto, a Gerusalemme ed è posta, nello specifico, nel Monte degli Ulivi, proprio in quello che la tradizione riconosce come il Getsemani. Perché si chiama così? Il nome della Chiesa è un omaggio all’importante contributo dei numerosi paesi per la costruzione. Quest’ultima è avvenuta lo scorso secolo, tra il 1919 e il 1924. L’opera è stata progettata dall’architetto italiano Antonio Barluzzi. La Chiesa è anche conosciuta come “Chiesa dell’agonia”. Questo nome fa riferimento all’agonia e alla sofferenza che provò Gesù nella notte dell’arresto.

Leggi anche: Terra Santa: atto vandalico contro il santuario dell’agonia al Getsemani

Fabio Amicosante

 

 

Fabio Amicosante

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