Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ultimamente aveva chiesto proprio al Garante della Privacy di riportare i termini “padre” e “madre” al posto di “genitore 1” e “genitore 2”, in particolare sui moduli per rilascio della carta di identità elettronica, a chi non ha ancora compiuto il 18° anno di età.
Il Garante della Privacy si è dichiarato contrario, per il seguente motivo: “Profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale, che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica “padre” o “madre” “.
E Luigi Manconi, dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha specificato che la “modifica esporrebbe al rischio di disparità di trattamento, nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, sia presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale, che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica “padre” o “madre”, come nel caso di persone dello stesso sesso”.
Ed ecco spiegato l’arcano: le modifiche apportate mirano a rendere ibrida la famiglia, come ogni suo membro, e a modificare tacitamente le figure genitoriali tradizionali (le uniche possibili per natura) e a farle diventare arbitrarie e casuali.
Antonella Sanicanti
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