La frana, come preventivato, si è verificata lo scorso martedì 29 maggio: una coltre di fumo ha coperto per qualche minuto l’intera vallata, coprendo il campanile del santuario mariano e facendo temere per il peggio. Con grande sorpresa dei presenti, però, il cumulo di rocce e terra scesi violentemente a valle non hanno causato alcun danno né al santuario né alle abitazioni, limitandosi a travolgere un traliccio della luce e a separare il paesino dal resto della regione bloccando il passaggio sulla statale 36.
Gli esperti si interrogano su come sia stato possibile che la frana abbia lasciato intatto Gallivaggio, ma i residenti non hanno dubbi nell’indicare la Madonna come protettrice del santuario e delle abitazioni. Così, mentre tutti insieme si lavora per ripristinare i contatti ed il passaggio, don Andrea Caelli dichiara senza preoccuparsi di smentite che quanto accaduto lo scorso 29 maggio è sicuramente frutto della Divina Provvidenza: “Non c’è stata alcuna apparizione. E non fatemi parlare di miracolo: preferisco parlare di segno”.
Per il parroco di Chiavenna non ci sono dubbi sul fatto che ci sia la mano di Dio in questo evento, e lo dimostrerebbe il fatto che la frana che sarebbe dovuta scendere dritta a valle ha deviato e le rocce giunte in paese si sono sbriciolate prima di arrivare a contatto con le abitazioni o il santuario: “Lascio l’interpretazione dei fatti alla libertà di ciascuno. Da credente dico che la provvidente mano di Dio ha accompagnato questo evento che rischiava di concludersi tragicamente. Ecco di cosa è segno questa vicenda”.
Luca Scapatello
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