Fondamentalista islamico di Hezbollah: incontra Gesù in prigione e si converte

Afshin Javid è stato per anni miliziano di Hezbollah, in Libano. È arrivata poi la clamorosa conversione, una svolta a trecentosessanta gradi, di quelle che non ti aspetti.

A documentarla un’intervista in esclusiva rilasciata dallo stesso Javid all’emittente televisiva Cbn.

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Il suo fondamentalismo islamico di matrice antisemita lo portava addirittura ad ammirare Hitler.

La più grande ambizione: convertire i cristiani ad Allah

Stavo andando negli Stati Uniti per convertire i cristiani all’Islam e all’epoca avevo trenta passaporti illegali”, racconta l’ex terrorista. “Sono stato arrestato e messo in prigione in Malesia. Ero un musulmano devoto che non solo recitava le preghiere, ma leggeva il Corano una volta ogni dieci giorni, da cima a fondo. Quindi mi sono dedicato molto alla preghiera durante il mio tempo in prigione”.

Un giorno, mentre sto pregando, appare davanti a me un uomo: era di dimensioni normali, ma il suo essere risplendeva come luce”, prosegue Javid nel suo incredibile racconto. L’ex membro di Hezbollah comprese che quella luce non era una “luce normale”, che quell’uomo apparsogli “era santo”, mentre “io sapevo di non esserlo”, ha ammesso.

Anche se avevo recitato così tante preghiere, anche se avevo digiunato così tanto e avevo letto il Corano e mi ero offerto volontario per lavorare sulle mine antiuomo o avevo partecipato all’impiccagione di persone nel tentativo di compiacere Allah, sapevo, anche se avevo osservavo tutte le regole e i regolamenti dell’Islam, sapevo di non essere giusto e sapevo che l’unica cosa giusta che lui poteva fare era uccidermi”, dice Javid. “Ma non volevo morire. Così sono corso all’angolo della stanza, ho letteralmente tenuto la testa tra le braccia e ho semplicemente gridato: ‘Perdonami, perdonami, perdonami’”.

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Un terrorista perdonato dalla “via”, “verità” e “vita”

In quel momento, l’estremista islamico, in cuor suo, era convinto di non poter essere perdonato. Poi ha sentito “un tocco sul mio braccio sinistro” e quell’uomo dirgli: “Ti perdono”. Incomprensibile per Javid, nella cui visione islamica “solo Dio può perdonare”. Arriva così a una radicale riconsiderazione di ogni cosa: “Tu mi hai appena perdonato. Tu sei Dio, ma sei un Dio diverso da quello su cui ho studiato. Questo non è Allah. Allora chi sei tu che mi perdoni?”, dice rivolto alla figura umana palesatagli di fronte. Quell’uomo gli risponde con parole inequivocabili: “Io sono la via, la verità e la vita”.

Afshin Javid ancora non ha compreso chi è l’uomo davanti a lui ma pensa: “È molto potente”. E gli dice: “Mostrami che c’è una strada retta”. Poi riflette: “La verità è qualcosa che si misura. La vita è una fonte, ma Egli afferma di essere tutte e tre queste cose”. Gli domanda: “Non capisco, qual è il tuo nome?”. E l’altro risponde: “Gesù Cristo”. “Ed è stato come se qualcuno mi avesse strappato tutte le ossa dal corpo. Sono semplicemente caduto a terra come un pezzo di carne. E ho cominciato a piangere”.

“Hitler? Pensavo fosse un brav’uomo…”

Javid descrive la sua conversione al cristianesimo con questa metafora: “È come essere daltonici e poi, all’improvviso, vedi i colori e ti rendi conto che il mondo è molto più bello di quanto avresti mai pensato. E se mi chiedi cosa ha reso il mondo così incolore, è l’odio, la rabbia che c’è nel cuore di ogni musulmano”.

In precedenza, il militante di Hezbollah odiava visceralmente gli ebrei, eppure non aveva mai conosciuto personalmente nessun appartenente alla religione ebraica. “Non so perché li odiavo”, dice Javid. “Pensavo che Hitler fosse un brav’uomo”, che “semplicemente non aveva finito il suo lavoro”.

Nessun ebreo mi aveva mai fatto niente di male”, riflette ora. “Dio non ci ha progettati per odiare, non ci ha progettato perché volessimo vedere qualcuno morto. Non ci ha progettati per queste cose. Questi sono disegni di Satana. Come puoi pensare che uccidere le persone a cui Dio ha dato questa terra piacerà ad Allah? Gesù non è un Dio che festeggia quando gli ebrei vengono uccisi”.

Preghiera per i figli di “Isacco” e di “Ismaele”

Dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, lo scorso 7 ottobre, la vicenda di Afshin Javid ha conosciuto ulteriori sorprendenti sviluppi. Nel frattempo, l’ex militante di Hezbollah ha fondato un ministero chiamato Cyrus Call, “che promuove l’amicizia tra persiani ed ebrei”.

Durante una nuova intervista alla Cbn, Javid ha chiesto perdono a un membro della famiglia di un ebreo la cui sorella Sasha è stata rapita da Hamas. “Voglio solo dire che mi dispiace che la tua famiglia stia attraversando tutto questo”, ha detto in lacrime alla giovane donna. Allora la giovane ebrea gli ha risposto: “Grazie mille. Sono sicuro che molti musulmani nel mondo non vogliono che ciò accada”. Cbn News riferisce che l’ex combattente di Hezbollah e sua moglie hanno pregato per Sasha e l’hanno invitata a cena.

Afshin Javid con la moglie

Tu ami il mondo, il mondo intero, tutte le persone del mondo così tanto che hai sacrificato Gesù Cristo”, ha pregato Afshin. “Affinché non periamo ma abbiamo la vita eterna. Prego oggi affinché la rivelazione di Gesù Cristo si diffonda tra i musulmani e i figli di Ismaele”.

Prego che tu possa ricordare quell’alleanza con Ismaele, che tu vada avanti perché Ismaele ha sete della rivelazione dell’amore”, ha proseguito. “Per la rivelazione di Gesù Cristo, per la rivelazione della salvezza”. Infine, ha Javid ha detto: “Padre, prego che ci sia una mano protettiva che protegga Isacco su ogni fronte. Non solo in Israele, ma in tutto il mondo. Ci dà visioni, sogni, saggezza, per parlare di pace in questa guerra”.

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