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Finalmente abbattuti i muri della diversità a Sanremo

I “LADRI DI CARROZZELLE” A SANREMO

Paolo Falessi e la sua rock band, i “Ladri di Carrozzelle”, saranno sabato sera a Sanremo. Il gruppo è composto da disabili fisici, psichici e sensoriali e, nei corso degli anni (ben 28), ha visto diverse formazioni.
Purtroppo i “Ladri” saliranno sul palco con un dolore in più nel cuore, quest’anno: alla vigilia del Festival, l’ex percussionista, Pietro Petrullo, si è suicidato.
Come spiega Falessi, canteranno anche nel suo ricordo e affronteranno, questo ennesima prova, spinti dall’amore per musica.

Petrullo non ce l’ha fatta a sopportare la sofferenza causata dal suo handicap, provocato da un incidente stradale che gli aveva tolto l’uso delle gambe e lasciato dolori continui e strazianti. Aveva lasciato il gruppo già da qualche anno, ma certo non lo hanno mai dimenticato.
“E’ la nostra storia -dice Falessi. Siamo noi. Quando morì il primo “Ladro”, Roberto, per colpa della distrofia muscolare, era il 1993. Il giorno dopo ci riunimmo. Domandai ai ragazzi cosa volevano fare. Potevamo smetterla lì, ma abbiamo deciso di continuare a suonare. E sabato sera saremo lassù, su quel palco. E canteremo per la vita.”.
La canzone che presenteranno sarà un programma per guardare al futuro con forza d’animo, determinazione e un pizzico di ironia. Il titolo è “Stravedo per la vita”, a cantarla sarà Lorenzo, un non vedente. Ci sarà poi Giuseppe il batterista affetto dalla sindrome di Williams, Gianluca con la sindrome di Down alle percussioni, Gian Marco autistico alle tastiere, Marco con emiparesi spastica all’armonica, oltre alle coriste Tiziana e Orietta affette da tetraparesi spastica e paraparesi, rispettivamente e Paolo che si definisce “normodotato grave” alla chitarra.
Nel 1992 i “Ladri di Carrozzelle” incisero il loro primo singolo, allora nel gruppo erano quasi tutti affetti da distrofia muscolare, e intitolarono la loro prima canzone “Distrofichetto”.
A Sanremo suoneranno per Pietro, ma anche per tutti colori, amici e musicisti, che non ce l’hanno fatta a superare gli anni, torturati nella loro condizione disagiata, o che semplicemente hanno deciso di smettere di suonare.
“Sarò emozionatissimo. Ma ti rendi conto? Suoneremo con l’orchestra. E chi l’aveva vista mai, un’orchestra? Quando il maestro che ci dirigerà mi ha mandato l’arrangiamento, l’ho ascoltato e mi sono commosso. La nostra musica suonata dagli archi, dagli ottoni. Mi sembrava di essere il protagonista di un cartoon di Walt Disney.”. “Ho detto ai ragazzi che stavolta non possiamo sbagliare, con tutta quella gente che ci guarderà. Li ho costretti ad esercitarsi per ore col metronomo e con l’accompagnamento in cuffia. Adesso siamo pronti.”.
Il loro sembra uno spirito che contagia entusiasmo e potrà essere da esempio per molti, per tutti coloro che vivono in gravi difficoltà e si domandano come trovare un posto in questo mondo.
Questi “Ladri” ci ruberanno lacrime di gioia e di speranza e potranno insegnarci a dare qualche risposta in più.
“Nessun cachet, solo un rimborso. Ma noi ci saremmo andati anche a spese nostre. Magari dopo Sanremo qualcuno ci cercherà e riusciremo finalmente a comprarci un pulmino, anche se il sogno è quello di costruire un alloggio protetto, una casa famiglia con la sala prove e tutto il resto, per quando i genitori dei musicisti non ci saranno più.”.
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