Arriva il fidanzato Robot programmabile a piacimento – Non è un film

Il rapporto con la tecnologia sta diventando sempre più “giornaliero”, tanto da indurci a desiderare di dividere le nostre giornate con un robot?

fidanzato robot
fidanzato robot – photo web source

Non è la trama di un film di fantascienza, ma una reale possibilità che racconta come la nostra società stia prendendo una chiara – e forse irreversibile- direzione che porta all’annullamento dei rapporti umani. Potrebbe essere azzardato dirlo oggi, ma dal distanziamento sociale -necessario e causato dalla diffusione di una pandemia come quella contro cui stiamo combattendo da mesi- all’annullamento totale dei contatti umani, il passo potrebbe essere breve.

Meglio un robot che un fidanzato in carne ed ossa!

Così, in Olanda, sono in moltissimi a dichiarare che, non solo “uscirebbero” con un robot, ma ci si fidanzerebbero pure! Il droide potrebbe davvero rispondere alle esigenze dell’uomo e della donna ideali, tanto ricercati e mai trovati? Gli esperti dell’Università di Twente e dell’Università della California hanno la risposta a questa domanda, ricavata dagli esisti del progetto SIENNA. Essi hanno domandato a ben 11mila persone, di 11 Paesi diversi, un parere in merito.

“SIENNA, un programma sostenuto dall’Unione Europea, analizza l’etica e le opinioni relative alle tecnologie all’avanguardia. Il nostro studio si è concentrato sulla possibilità di intrattenere una relazione affettiva e romantica con un robot. Abbiamo scoperto che circa il 27 percento degli intervistati sarebbe favorevole o non escluderebbe la possibilità di uscire con un robot”. Il tasso più alto di preferenza si è registrato in Olanda con ben il 53% della popolazione intervistata.

Relazione affettiva con un droide: parlano i ricercatori

“Ci stiamo abituando a interagire con automi intelligenti, dagli aspirapolveri smart, fino agli altoparlanti o agli assistenti di intelligenza artificiale, come Siri, Alexa o Google. La direzione è orientata verso un mondo dominato dalla robotica. Noi volevamo delineare il confine tra l’interazione con questi dispositivi e la possibilità che si possa pensare di stabilire un rapporto di diversa natura”.

Sembra assurdo -o almeno vogliamo ancora sperare che lo sia- che l’etica ritenga valida la possibilità di innamorarsi di una macchina, un poco più evoluta del nostro aspirapolvere o della Alexa di turno. Il cervello e il cuore dell’uomo, però, potrebbero davvero desiderare di adattarsi a questa idea, a quanto pare! Dunque, vita breve per i latin lover di turno e uniformismo a gogò per tutti gli altri?

Il sud del mondo non delude le aspettative

“I risultati relativi ai dati raccolti in Svezia, Corea del Sud, Stati Uniti, Sud Africa e Germania indicano che più del 10 percento dei partecipanti sarebbe d’accordo con una relazione amorosa robotica, mentre in Grecia, Polonia, Francia, Spagna e Brasile il valore scende sempre al di sotto del 10 percento. Gli antipodi sono stati rilevati in Grecia e Polonia (5 percento dei favorevoli) e in Olanda (53 percento)”.

Ciò che è peggio -sottolineano gli stessi autori di questa ricerca- e da non dimenticare è che “sappiamo che i vantaggi dell’interazione con le macchine possono essere enormi, ma, con l’aumentare della dipendenza dalla tecnologia, ci sembrerà di perdere parte della nostra autonomia” e anche della nostra lucidità mentale, quella che si chiama “buon senso”.

Antonella Sanicanti

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