E’ questo un rito che ha richiamato centinaia di musulmani, che si sono ritrovati per il tradizionale īd al-aḍḥā.
L’usanza accomuna molti Paesi islamici nel mondo, che, in questa occasione, per sottolineare sentimenti di sottomissione e obbedienza, sacrificano pubblicamente capretti e animali domestici.
La cosa, di una violenza inauduta, ha suscitato non poche polemiche, tra gli animalisti e i cittadini “non musulmani” della città e zone limitrofe: “Ci sentiamo invasi. Chiediamo che cose del genere non si ripetano più, in queste condizioni. È necessario un controllo capillare su chi intende riunirsi in questo modo, al centro di una delle piazze più frequentate della città”.
I musulmani si sono difesi dicendo che, in realtà, nessun animale sarebbe stato davvero ucciso.
Intanto, però, il Consigliere della II Municipalità, Salvatore Idoice, che passava casualmente in quella zona, ha potuto darne una testimonianza diretta: “Ero in auto con mia moglie, in via Annunziata, ed ho visto con la coda dell’occhio un ragazzo con un passeggino, da cui si intravedevano le zampe di un animale. Allarmato, sono sceso dall’auto urlando contro il ragazzo intimandogli di liberare il capretto.
Nel contempo, poi, ho chiamato la polizia che prontamente è intervenuta, con quattro volanti sul posto. Il giovane diceva di aver fatto sempre questa cerimonia nel suo Paese e che era sua intenzione continuarla a fare. Io comunque non sono riuscito a rimanere fermo e dopo l’intervento delle forze dell’ordine – in attesa di una squadra dell’Asl – ho provveduto a mettere in sicurezza l’animale”.
Il ragazzo di origini marocchine, che insisteva nel voler portare a temine il sacrificio, è stato fermato e accusato di maltrattamento di animali e la vicenda ha comprensibilmente lasciato molti nello sconcerto più totale.
Antonella Sanicanti
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