Qualunque fedele è a conoscenza delle apparizioni di Fatima e dei tre segreti svelati a tre piccoli pastorelli, ma quanti sanno come sono morti questi piccoli messaggeri della Madonna? Gli ultimi giorni di Giacinta furono un misto di gioia e dolore, la piccola malata da quasi 3 anni, venne portata in ospedale per un operazione che avrebbe dovuto salvarle la vita, ma il suo destino era già segnato dalla volontà divina e non ci fu nulla da fare.
Quando decisero di trasferirla in ospedale Giacinta era triste, si trovava bene nella “Casa della Madonna di Fatima” perché in quel luogo c’era Gesù mentre nella stanza dell’ospedale esso era assente. Inoltre in quel luogo si rese conto che le donne che facevano visita ai malati erano prive di modestia, si vestivano con abiti sgargianti, indossavano gioielli preziosi e pensavano a facezie piuttosto che al Signore.
Il 10 febbraio del 1920 Giacinta fu operata, anche quella fu un occasione di forte dolore fisico, i medici infatti non l’avevano potuta addormentare con l’etere e la piccola con la sola anestesia locale soffriva in modo indicibile. Finita l’operazione la piccola soffriva nel letto d’ospedale e mormorava dicendo: “Madonna mia!” più e più volte.
In quei giorni di patimento la Madonna le apparve più volte per alleviare le sue pene e stare a contatto con quel piccolo angelo. Il 16 febbraio dopo la visita della Beata Vergine, Giacinta non ebbe più dolore, tutti erano basiti e al contempo contenti di questo, il suo medico curante confessò anni dopo: “Veramente, con la felice apparizione avvenuta in piena infermeria scomparvero tutti i dolori, e cominciò a desiderare di giocare e distrarsi, cosa che faceva guardando cartoline ed immagini religiose, fra le quali una rappresentante la Madonna di Sameiro che ella diceva essere quella che maggiormente le faceva ricordare la Madonna apparsale. Varie volte fui avvisato che la fanciulla desiderava una mia visita perché voleva rivelarmi un segreto. Essendo molte le mie occupazioni cliniche, ed essendo le notizie sul suo stato di salute alquanto migliori, rimandai, ma disgraziatamente non la potei più vedere”.
Dopo quattro giorni di serenità la piccola veggente si sentì nuovamente male, sentiva che sarebbe giunta la sua ora e chiamò i medici perché facessero venire un confessore che le desse l’estrema unzione. Il sacerdote ascoltò la sua confessione e la liberò dai suoi peccati, ma non le volle concedere la comunione perché riteneva che non ci fosse urgenza, purtroppo però si sbagliava e due ore dopo Giacinta perì in compagnia della Madonna che l’accompagnò in cielo.
La piccola fu un esempio di devozione, nonostante fosse giovane e soffrisse pene indicibili non si lamentava mai, non piangeva per il suo destino, era consapevole che sarebbe andata in paradiso e nulla la poteva rendere più felice. Tre giorni dopo la sua morte, la piccola salma fu trasportata dal impresario delle pompe funebri, il quale rimase colpito da quella piccola e la ritenne un messaggio divino inconfutabile: “Mi sembra di vedere ancora l’angioletto. Ho visto molti morti, piccoli e grandi, ma non mi avvenne mai di vedere una tal cosa… Il più grande incredulo non potrebbe dubitarne. Si pensi all’odore che molte volte emanano i cadaveri… la fanciulla era morta da tre giorni e mezzo ed il suo odore era come quello di un mazzo composto dei più svariati fiori…”.
Insomma si era compiuto il destino che le aveva anticipato la Madonna: “Morirai lontano dai parenti e dalla tua casa” e tutti quelli che l’avevano conosciuta erano convinti di ciò che diceva, ma mancava una parte della profezia quella che diceva che il suo corpo avrebbe fatto ritorno a Fatima, cosa che accadde puntualmente quindici anni dopo (nel 1935) per volontà del Vescovo di Leira.